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CANTONE«Sì a una fiscalità conforme al modello OCSE»

18.05.23 - 12:30
L'AIF, l'AITI e la Camera di Commercio «invitano a votare Sì alla riforma».
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«Sì a una fiscalità conforme al modello OCSE»
L'AIF, l'AITI e la Camera di Commercio «invitano a votare Sì alla riforma».

BELLINZONA - Il prossimo 18 giugno, i cittadini saranno chiamati alle urne su tre temi di carattere federale, tra cui la riforma OCSE per l’imposizione minima delle imprese attive a livello mondiale con un fatturato di almeno 750 milioni all’anno. «Il Canton Ticino non figura tra i cantoni più toccati dalle modifiche tributarie», scrivono l’Associazione imprese di famiglie (AIF), l’Associazione industrie ticinesi (AITI) e la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino (Cc-Ti). Ma, aggiungono, indirettamente «la riforma riveste una grande importanza per la nostra regione, per le imprese stesse e per l’erario». Per questa ragione, le tre realtà «invitano a votare Sì alla riforma OCSE».Nell’ambito di un progetto globale dell’OCSE/G20, «le grandi imprese internazionali, con un fatturato superiore ai 750 milioni di franchi saranno assoggettate a un’imposizione minima del 15%. In Svizzera queste nuove regole fiscali concernono un po’ più di 200 grandi imprese internazionali che hanno la loro sede principale sul nostro territorio, e circa 2'000 succursali d'imprese straniere. Le imprese più toccate sono quelle nei cantoni a fiscalità bassa, di cui non fa parte il Ticino».

In Svizzera, nei vari cantoni con una tassazione inferiore alla soglia minima prevista dalla riforma OCSE, vi sarà dunque un supplemento delle entrate d'imposta. «Il 25% del gettito supplementare andrà alla Confederazione, mentre i Cantoni potranno trattenere il restante 75%. Il Ticino non è tra i cantoni maggiormente toccati dalla riforma e dunque non sono prevedibili importanti aumenti diretti di gettito». Ma sia i redditi supplementari della Confederazione «sia quelli dei cantoni verranno ridistribuiti attraverso la perequazione finanziaria e dunque permetteranno nuove entrate anche alle casse cantonali. Ma non solo: trattenere le grandi imprese internazionali in Svizzera è centrale per molte realtà imprenditoriali in Ticino che fungono da fornitori».

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COMMENTI
 

pharmapro 1 anno fa su tio
Se facciamo fuggire i ricchi diventeremo tutti più poveri.....queste multinazionali ci mettono un minuto a cambiare paese.......chi manterrà la gente a casa? L'OCSE??

UtenteTio 1 anno fa su tio
Finché i membri AITI e Cc-TI assumono frontalieri dal nessun valore aggiunto (segretarie/i d'ufficio, commesse/i che mettono fuori le pizze surgelate o la lattuga), a valanga, dubito che siano meritevoli di fiducia e credibilità!!!!

dan007 1 anno fa su tio
Prima me Banche poi le società ma non vedete che da noi arrivano per fiscalità bassa servizio bisogna invece operare per fiscalità più mirate interdire buca lettere che non fanno da mangiare a nessuno se una società e a zugo deve esserci un ufficio con personale Svizzero
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