A tre anni dal decreto di forza obbligatoria, la commissione paritetica per il commercio al dettaglio è soddisfatta.
LAMONE - Le parti contraenti del contratto collettivo di lavoro per il commercio al dettaglio del Cantone Ticino, a tre anni dall'ottenimento del decreto di forza obbligatoria, sono soddisfatti. «Il settore del commercio al dettaglio ticinese è, attualmente, in una difficile situazione a causa di una crisi economica generale e della forte concorrenza estera che può beneficiare di condizioni quadro nettamente più favorevoli rispetto a quelle offerte in Ticino, inducendo molti ticinesi a fare la spesa oltre confine», sottolineano le parti contraenti del CCL.
«Tuttavia - aggiunge - nonostante questa sfida, l'immagine emersa dai recenti controlli a campione è molto soddisfacente. Infatti, non sono stati riscontrati casi gravi di inadempienze contrattuali, smentendo in tal modo chi insinua l'esistenza di dumping salariali o di orari di lavoro oltre i limiti». I controlli verranno mantenuti anche nel futuro «così da garantire una corretta applicazione del CCL».
Inoltre, «il contratto collettivo di lavoro cantonale ha permesso di creare un clima di fiducia e di stabilità tra i lavoratori, i datori di lavoro e i partner sociali. Ciò ha portato a una maggior collaborazione tra le parti e a una miglior gestione delle risorse umane». In conclusione, «la diffusione del contratto collettivo di lavoro per il commercio al dettaglio del Cantone Ticino ha dimostrato di essere un successo».
Le parti contraenti del CCL sono Federcommercio, DISTI-Associazione Distributori Ticinesi, OCST- Organizzazione Cristiano-Sociale Ticinese, SIT-Sindacati Indipendenti Ticinesi e SIC- Società Impiegati del Commercio.