I vari Dipartimenti si attivano con misure di prevenzione e protezione della salute in vista dell'estate
BELLINZONA - L'estate è ormai alle porte ed è già tempo delle raccomandazioni d'uopo per scongiurare gli effetti negativi del caldo, sulla salute e non solo.
«Lo scenario non è dei migliori» - «I cambiamenti climatici sono un fenomeno globale che comporta conseguenze dirette e indirette, anche a livello Ticinese», ha sottolineato Raffaele De Rosa, Presidente del Consiglio di Stato e Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), durante la conferenza stampa sulle misure di prevenzione e di protezione della salute in vista della canicola.
Stando allo scenario climatico elaborato da Meteo Svizzera nel 2018 e previsto per la città di Lugano all'orizzonte 2060, senza l'implementazione di provvedimenti per salvaguardare il clima: «L'impatto dei cambiamenti climatici si riscontrerà non solo in estate, con periodi di siccità e ondate di caldo, ma anche nelle altre stagioni dell'anno, con un aumento delle precipitazioni e dei fenomeni intensi, del freddo estremo e delle ondate di freddo», ha aggiunto De Rosa.
Come evitare di finire in ospedale - Martine Bouvier Gallacchi, Presidente del Gruppo Operativo Salute e Ambiente (GOSA), ha quindi esposto ciò che succede con l'arrivo del caldo e come prevenirne gli effetti. «Nel 2015, per la prima volta in Svizzera, abbiamo avuto un'allerta di tipo 4 relativa all'ondata di caldo. Lo scorso anno abbiamo avuto ben 25 giorni di canicola di cui 6 di livello 4 di canicola estrema e un periodo ininterrotto di 13 giorni in luglio. Insomma, il caldo intenso è un elemento ricorrente che rappresenta un fattore di rischio per la popolazione», ha spiegato. Un monitoraggio sanitario ha rilevato che lo scorso anno le consultazioni nei vari pronto soccorsi legate al caldo sono iniziate precocemente, già il 13 di giugno, con un totale di 56 visite tra anziani, persone con patologie e persone che non presentavano fattori di rischio, ma erano state esposte alle temperature elevate per motivi di svago o di lavoro.
«Se il corpo non riesce più a raffreddarsi sufficientemente tramite la sudorazione la temperatura corporea centrale aumenta e compromette il buon funzionamento degli organi vitali», ha proseguito Bouvier Gallacchi. Le conseguenze? Dai classici mal di testa, scottature e febbre (livello 1), ai crampi da calore (livello 2), fino all'esaurimento e collasso da calore (livello 3) e il colpo di calore (livello 4, con pericolo di vita).
I suggerimenti sono quelli soliti: prima di tutto prevenendo con la verifica del funzionamento di tapparelle, ventilatori, condizionatori e della situazione di parenti, conoscenti, vicini di casa. Quindi tenersi informati sulle condizioni meteo e concedersi un periodo di adattamento fisiologico all’arrivo dei primi giorni di caldo.
Infime, quando fa caldo, idratarsi a intervalli regolari, evitare sforzi, indossare abiti leggeri e chiari, mangiare cibi freschi e rinfrescanti ed evitare alcolici. E ovviamente prestare particolare attenzione alle persone più vulnerabili: anziani fragili, neonati, bambini piccoli.
La tutela della salute del lavoratore - Per quanto riguarda la protezione dei lavoratori, Gianluca Chioni, capo dell'Ufficio dell'Ispettorato del lavoro del DFE ha ricordato l'importanza di intervenire preventivamente pianificando misure adeguate, combinando provvedimenti tecnici, organizzativi e personali (raffreddamento dell'aria e degli ambienti lavorativi, evitare di lavorare durante le ore più calde, ridurre il lavoro muscolare, usare abiti leggeri, dispositivi di protezione e creme protettive laddove necessario facendo attenzione a quei segnali che possono far presagire l'insorgere di un colpo di calore).
Ozono, come ridurne le emissioni - Infine Michele Fasciana, capo dell'Ufficio dell'aria, del clima e delle energie rinnovabili del DT ha posto l'accento sugli inquinanti, in particolar modo sull'ozono, le cui concentrazioni si fanno critiche durante le giornate estive caratterizzate da stabilità atmosferica.
Come contribuire per ridurne le concentrazioni? Rinunciando all’uso dell’automobile o quantomeno condividendone l'uso. Ma anche rinunciando ai motocicli a due tempi, all’impiego di prodotti con solventi o alle apparecchiature alimentate a benzina.