Secca presa di posizione dei Verdi e della GISO sul ritocco dei prezzi del trasporto pubblico.
BELLINZONA - «I e le Verdi del Ticino deplorano l’aumento del prezzo dell’abbonamento Arcobaleno e dei biglietti della comunità tariffale. Si tratta di una decisione che va in direzione diametralmente opposta rispetto le richieste del partito e che contribuirà a disincentivare l’utilizzo del trasporto pubblico peggiorando quindi il quotidiano caos viario in Ticino e la qualità di vita».
«Il ritocco dei prezzi è un disincentivo» - Comincia così una nota del gruppo politico all'annuncio delle Ferrovie federali svizzere di volere aumentare i prezzi di abbonamenti e biglietti: «L'abbonamento annuale arcobaleno costerà il 9-10% in più, quello dei biglietti l'8-9%. Un aumento - affermano i Verdi - che va ben oltre l’inflazione e che è addirittura il doppio degli aumenti comunicati dalle FFS a livello nazionale. Questa decisione - argomentano - di certo non incentiverà le persone a fruire di un servizio pubblico già piuttosto costoso, in un cantone che ha da un lato i salari più bassi della Svizzera e dall’altro ha estremamente bisogno della mobilità alternativa avendo uno dei tassi di motorizzazione e di inquinamento dell’aria più elevati».
«Che il Gran Consiglio si esprima sulla nostra proposta» - I Verdi credono invece che «sia fondamentale incentivare l’utilizzo dei mezzi di trasporto e questo anche tramite la riduzione del prezzo, in particolare degli abbonamenti. Per questo motivo lo scorso febbraio il gruppo parlamentare verde ha chiesto tramite una mozione di «diminuire il prezzo dell’abbonamento Arcobaleno, delle carte giornaliere Arcobaleno e delle carte per più corse Arcobaleno del 25%. I Verdi e le Verdi auspicano che il Gran Consiglio possa esprimersi al più presto su questa proposta» si augurano.
«Un maggiore utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico permetterebbe di migliorare la qualità di vita di tutta la popolazione ticinese poiché si diminuirebbero gli ingorghi stradali, si ridurrebbe l’inquinamento atmosferico e fonico e si mitigherebbe il surriscaldamento del clima» scrivono in una nota.
«Gli aumenti? Prime conseguenze del decreto Morisoli» - E aggiungono che «per questi motivi i Verdi e le Verdi faticano a comprendere come il Cantone possa aver concordato un tale aumento con le imprese di trasporto» e ritengono che «gli aumenti del doppio rispetto alla media nazionale siano già una delle prime conseguenze perverse delle draconiane misure di risparmio provocate dal decreto Morisoli, che costringe il Cantone a risanare le finanze dello stato entro il 2025, e di una politica fiscale volta a favorire le imprese e le persone più facoltose a scapito della classe media e delle fasce meno abbienti della popolazione».
La GISO - Dello stesso parere anche la Gioventù socialista, che definisce «scandaloso» l'incremento delle tariffe. «Mentre in paesi come la Germania e la Spagna i costi del trasporto pubblico diminuiscono, in
Svizzera avviene il contrario. Ecco il risultato di una politica che crede che la mobilità sia un lusso». La GISO chiede un cambiamento di paradigma: «Rivendichiamo la gratuità dei mezzi pubblici e l’abolizione della prima classe, in modo da garantire una capienza maggiore. Per finanziare queste misure proponiamo una tassazione equa dei redditi da capitale e una tassazione sulle grandi eredità. Questo perché, mentre tutto aumenta (biglietti del treno, premi di cassa malati, costo del gas,...), l’1% diventa sempre più ricco».