Massimo Cerutti commenta la vicenda della sua sospensione e l'inchiesta: «L'opinione pubblica si faccia la propria opinione»
MENDRISIO - L'ex Capo Dicastero delle Aziende industriali di Mendrisio (AIM) Massimo Cerutti, che è stato rimosso dalla sua funzione lo scorso 25 gennaio al seguito di settimane di fuoco dovute al raddoppio del prezzo delle tariffe del gas naturale, non ci sta. In particolare dopo che lo scorso 23 giugno il Municipio ha confermato la sua sospensione citando le «criticità emerse nella conduzione del Dicastero AIM».
In un comunicato stampa, il Municipale ha deciso di raccontare il proprio punto di vista su tutta vicenda con una cronistoria, chiedendosi quali siano queste criticità, «tenute nascoste come l'esito dell'inchiesta (che aveva lo scopo di ricostruire il processo comunicativo tra il Dicastero, il Municipio e la Commissione della gestione, ndr.)». Cerutti ora vuole parlare anche perché «nell'inchiesta - che è tra l'altro stata affidata al solo Segretario comunale (e non a un gruppo di lavoro indipendente), non mi è stata posta nemmeno una domanda su quanto accaduto».
In primis, Cerutti sostiene che la sospensione di gennaio fu inutile, «poiché l'inchiesta poteva essere svolta anche senza sospendermi». Poi, ritiene «che l'inchiesta ha solo riassunto l'iter esecutivo del messaggio sull'acquisizione delle reti AIL, senza appurare criticità nella conduzione del Dicastero». E ancora: «Che se in quel processo decisionale sono stati commessi degli errori, non possono essere attribuiti solo al sottoscritto senza esserlo anche ai colleghi di Municipio, sempre coinvolti nelle decisioni».
Stando a Cerutti, insomma, la vera ragione delle polemiche sono stati «gli evidenti errori di comunicazione tra Municipio e Commissione della gestione, sia dopo la seduta del 27 settembre 2022 che dopo quella del 6 dicembre 2022 - Ritengo che in molti hanno trovato comodo farmi svolgere la funzione di caprio espiatorio a protezione propria».
L'ex membro dei liberali momò non intraprenderà però passi giuridici contro le decisioni municipali, perché «quanto successo è di natura chiaramente politica. Il giudizio non spetta a tribunali, ma all'opinione pubblica».
NB: Il comunicato stampa integrale con la ricostruzione di Cerutti è allegato a questo articolo.