Il presidente del Film Festival dopo l'intervento in Piazza Grande di due attivisti: «Nei loro occhi tanta sincerità. Ci hanno fatto tenerezza»
LOCARNO - «Ma stiamo scherzando? Come si può pensare che sia stata una cosa programmata». Il presidente del Locarno Film Festival, Marco Solari, disinnesca sul nascere le ipotesi di un finto colpo di scena con l'ingresso dei due giovani attivisti di Renovate, ieri sera, sul palco di Piazza Grande.
«Siamo stati completamente sorpresi - ammette -. Voi sapete perfettamente che non salgo mai sul palco durante il Festival. Lo faccio all'inizio e alla fine». Solari non nasconde di essere stato toccato intimamente di fronte a quella scena: «Quando li ho visti ecco... La ragazza tremava come una foglia. Negli occhi dei due ho letto tanta sincerità, mi hanno fatto tenerezza». Un'emozione, la sua, condivisa anche dalle altre persone sul palco: «Sia io che il regista Luc Jacquet, così come il direttore del festival Giona Nazzaro abbiamo avuto la stessa impressione. Per questo abbiamo deciso di normalizzare la situazione e lasciarli parlare».
«Nessun giochetto - ci tiene però a sottolineare -. Siamo un festival serio. Questi "effetti" non appartengono a Locarno».
Solari ne fa anche una questione di coerenza: «Non posso all'inaugurazione parlare di libertà e parresia - cioè il diritto e dovere di dire la verità indipendentemente dalle conseguenze -, e poi gridare allo scandalo di fronte a una situazione simile. È successo, era anche una serata di sensibilità ambientale, sarebbe stato un grave errore farli portare via».
Quel che si è verificato dopo è stato coerente con quanto avvenuto sul palco: «La polizia li ha accompagnati in centrale, dove sono stati trattenuti una ventina di minuti prima di essere rilasciati. Alla fine del film erano di nuovo in strada a distribuire volantini».
Il presidente del festival non nasconde una certa empatia con gli ideali di questi ragazzi: «In fin dei conti siamo tutti dalla stessa parte. C'è chi esprime queste idee con più veemenza, a volte con più violenza, c'è chi lo fa con più razionalità. I problemi legati al clima non possono non inquietare. E la posizione non può che essere quella di sensibilizzare. Ci vuole un cambiamento di mentalità. Nel loro sguardo ho scorto una profonda preoccupazione. D'altronde il mondo del futuro, che non sarà il mio, sarà invece il loro».