Si torna tra i banchi in Ticino. Dieci personaggi noti fanno un tuffo nel passato e raccontano le emozioni vissute in classe "ai tempi".
BELLINZONA - Qual è il vostro ricordo scolastico più bello? E quello più brutto? Nel giorno in cui in Ticino si torna tra i banchi, dieci personaggi noti interpellati da Tio/20Minuti aprono il loro personalissimo album dei ricordi.
Flavio Stroppini, scrittore e cantastorie
«Ricordo con emozione le infinite partite di calcio nei piazzali durante le pause, o aspettando di tornare a casa. Così come le conseguenti discussioni. Se dentro la scuola c'era la teoria, lì fuori ci si impratichiva al viavai del mondo. Il mio ricordo più brutto è legato a un banco vuoto. A 13 anni una tragedia ha portato via il mio migliore amico, ammazzato dal padre. La scuola mi ha lasciato solo, non ne abbiamo mai parlato. Ci ho messo quasi 30 anni per farci i conti e questa storia l'ho raccontata in un podcast».
Simona Bernasconi, conduttrice televisiva
«Il ricordo più bello è sicuramente legato al primo giorno di scuola alle elementari della Gerra con la mia adorata maestra Daniela. Avevo ricevuto la mia prima cartella con il pelo di mucca che tenevo già nel letto da almeno una settimana. Oggi da vegana non comprerei mai più un oggetto così. Ero emozionatissima e felice, non avevo chiuso occhio la notte prima. Il ricordo più brutto? La partenza di una delle mie migliori amiche, Prisca, che si è trasferita a Zurigo per puntare sulla danza. Per fortuna ancora oggi siamo legatissime e ci vediamo spesso».
Margherita Zanatta, speaker radiofonica
«Partiamo dai ricordi brutti: io alle elementari avevo gli occhiali a fondo di bottiglia e l'apparecchio per i denti "stile baffo". Andare a scuola per me in quel periodo era un po' un incubo. E nemmeno i compagni me l'hanno proprio fatto vivere benissimo. Tra i ricordi più belli spicca il mio primo grande amore al liceo. Fu una cosa travolgente. Non vedevo l'ora di andare a scuola per vedere il mio moroso. Mica era come adesso che ci sono i telefonini e i social per comunicare».
Julie Meletta, musicista e conduttrice
«Sono pessima in matematica. Per l'esame orale di maturità avevo studiato solo una cosa. Caso vuole che l'esperto mi chiese proprio quella. Forse non è il ricordo più bello, ma il più incredibile. Ho preso 5! Alle elementari una volta mia madre si è dimenticata di venirmi a prendere. O così ho pensato. In realtà era dovuta rimanere ancora un po' al lavoro. Sono rimasta sugli scalini della scuola e ho visto tutti i bambini andare via a poco a poco, mano nella mano con la propria mamma. Alla fine c'eravamo io e la quercia. È uscito il bidello che mi ha vista da sola e mi ha fatto chiamare a casa, ma non c'era nessuno. Poco dopo per fortuna mia mamma è comparsa nel cortile, tra angelici suoni d'arpa e un'aura dorata tutt'intorno. Così l'ho vista io con i miei occhi da bambina».
Michael Casanova, influencer e animatore radiofonico
«Primo giorno di scuola elementare a Bosco Luganese: io ero agitatissimo. Tanto da non riuscire ad allacciarmi le scarpe. Fu mio fratello, che mi doveva accompagnare, a insegnarmi a fare un nodo infallibile. Quel giorno mi innamorai anche della chitarra della maestra Renata. Poi rammento le lezioni di francese: ero forse l’unico della classe che non riusciva a leggere con la giusta pronuncia. Un giorno scoppiai a piangere non appena finì la lezione. Mi precipitai subito a casa dalla mamma e per tutta la sera piansi cercando di convincere i miei genitori a farmi dispensare per sempre dalle lezioni di francese. Insomma un trauma».
Fantasios, prestigiatore
«I bei ricordi sono legati ai miei primi passi da giocoliere. Una volta volevo fare una magia con lo zucchero per incantare i miei compagni. Lo zucchero, che avevo appena comprato per la mia mamma, però cadde tutto per terra. E mia madre rimase senza. Mio papà è morto quando io avevo solo 4 anni. Per me era molto difficile quando in classe si parlava dei papà. Subentrava in me sempre una sorta di confronto con gli altri. Ero l'unico a non averlo».
Livio Bordoli, allenatore di calcio
«Il ricordo più bello è sicuramente legato alle partite di calcio interminabili che facevamo a ricreazione sul piazzale della scuola di Vogorno. Quello più brutto alle poesie che dovevamo studiare a memoria».
Greta Gysin, consigliera nazionale
«Ho tantissimi bei ricordi della scuola, perché dalle elementari al liceo l’ho sempre amata. Uno di quelli indimenticabili è quando, in seconda elementare, il maestro valutò il mio tema d’italiano sull’Amaryllis con “Bravissi – missi – missi – missima”. Ho brutti ricordi di episodi di bullismo alle medie, ai danni di un amico compagno di classe in particolare. Noi facevamo quello che potevamo per fare da scudo, ma avrei desiderato un intervento più deciso da parte della scuola e del mondo adulto».
Carla Norghauer, conduttrice televisiva
«A me è sempre piaciuto andare a scuola. Ero una nota secchiona. Ho studiato più che ho potuto. L'inizio delle scuole è sempre un momento emozionante per me, ancora adesso. A ginnastica però non ero per niente brava. Ringrazio il mio docente che mi dava sempre il 4 probabilmente per simpatia».
Sandro Schneebeli, musicista
«Se chiudo gli occhi, il profumo delle matite e del materiale scolastico mi affascina ancora. È il più bel ricordo che ho. Quello più brutto? Quando alle medie di Bedigliora hanno spostato il mio migliore amico in un'altra classe».