L'’Associazione per la difesa del servizio pubblico presenta uno studio. Si parte dalle tariffe dei mezzi pubblici
BELLINZONA - “Vivere in Ticino senza autoâ€. Forse un miraggio, magari una speranza neanche poi così remota. Sta di fatto che è proprio questo il titolo che l’Associazione per la difesa del servizio pubblico ha scelto per lo studio realizzato con l’intento non di «spendere di più a favore del trasporto pubblico, ma per trovare soluzioni che hanno lo scopo di spendere meglio le risorse pubbliche in materia di mobilità ».
L’Associazione per la difesa del servizio pubblico (ASP), sin dalla sua fondazione (2000) si è «occupata di energia elettrica, Con questo contributo non si intende tuttavia penalizzare o demonizzare l’uso del trasporto privato, che in talune situazioni è, ancora oggi, insostituibile e necessario, ma semplicemente incentivare in modo attivo l’uso del trasporto pubblico»
Queste le premesse a cui segue l’analisi della realtà ticinese dove «solo da poco tempo vi è a disposizione una rete di trasporti pubblici degna di questo nome, mentre per quel che riguarda il traffico lento (piste ciclabili e percorsi pedonali) sono purtroppo ancora in definizione. Tutto questo rende la “cultura†del trasporto pubblico ancora in gran parte da promuovere e costruire. Nel merito siamo coscienti che intervenire solo sulle tariffe non sia risolutivo per tutti i problemi di mobilità del Ticino».
Ma sicuramente l’aspetto dei costi è prioritario. «Con tariffe più accessibili e sociali si può ottenere un significativo spostamento di utenti verso il trasporto pubblico. E lo diciamo con forte convinzione e determinazione soprattutto in un momento in cui proprio la politica, sia a livello federale che cantonale, va in direzione diametralmente opposta, proponendo aggravi tariffali che in Ticino sono molto, molto importanti (per gli abbonamenti +10%, per i biglietti +8-9%. Riteniamo infatti che sia un diritto delle ticinesi e dei ticinesi poter vivere nel nostro Cantone senza dover necessariamente far capo e quindi possedere un mezzo di trasporto privato (automobile o mezzo a due ruote, eccezione fatta per bici e bici elettriche), convinti che questo diritto debba poter essere esercitato a prezzi accessibili da tutti, indipendentemente dal luogo di residenza di ciascuno».
Ecco allora 5 proposte concrete.Â
PROPOSTA 1
Creare un unico Piano tariffale, sia per i biglietti che per gli abbonamenti, a 16 zone (come quello attuale per gli abbonamenti). Il cambiamento comporterebbe un maggior onere finanziario di circa 1 milione di franchi, che a giudizio dell’ASP appare finanziariamente sostenibile per Cantone e Comuni, tenuto conto che tale cambiamento avvantaggerebbe soprattutto le zone periferiche e gli utilizzatori occasionali. Come detto, con questo cambiamento le zone, per tutte e due i Piani tariffali Arcobaleno, si ridurrebbero concretamente a 16.
PROPOSTA 2
Si tratta di riordinare il Piano zone in base ai nuovi confini comunali, riducendo le zone previste nel Piano tariffale a 10 e uniformando contemporaneamente il Piano biglietti con il Piano abbonamenti. Questo cambiamento comporterebbe che una quota compresa tra il 65% e il 70% degli abbonati beneficerebbe di una diminuzione di prezzo del proprio abbonamento compreso fra il 25% e il 50%. Per circa il 50% degli utenti che acquista un biglietto ci sarebbe inoltre un costo minore al massimo del 15%, mentre per il 25% degli utenti la riduzione di prezzo del biglietto si collocherebbe fra il 25% e il 50% e sarebbe di oltre il 50% per il restante 25% degli utenti.
PROPOSTA 3
Per incentivare la cultura del trasporto pubblico tra i giovani si chiede di modificare la Legge sui trasporti pubblici in modo da prevedere che il costo del biglietto o dell’abbonamento per i giovani fino all’età di 25 anni sia al massimo pari al 5% dei costi effettivi a carico degli utenti. Questo comporterebbe un importante cambiamento tariffale per i giovani tra i 16 e i 25 anni che passerebbe: • dagli attuali 868 CHF a 174 CHF per 5 zone Arcobaleno; • dagli attuali 714 CHF a 143 CHF per 4 zone Arcobaleno; dagli attuali 245 CHF a 49 CHF per una sola zona Arcobaleno.
PROPOSTA 4
I costi per le giovani e i giovani sopra i 16 anni e per le famiglie con figli di quell’età , che si recano fuori dal nostro cantone o che si muovono occasionalmente con i mezzi pubblici sono molto onerosi. A questo si aggiunge che, mentre a livello svizzro, nel 2023 un terzo dei cittadini e delle cittadine era in possesso di un abbonamento a metà prezzo, nel 2019 (ultimo dato disponibile per il Ticino) solo il 13% dei ticinesi era titolare di un abbonamento a metà prezzo.Si chiede quindi che, per la durata di 5 anni, il Cantone finanzi un incentivo (ad esempio di 40 CHF) per l’acquisto di un abbonamento a metà prezzo per tutti i giovani dai 16 ai 25 anni che ne facessero richiesta.
PROPOSTA 5
Per quel che concerne la qualità del servizio offerto dalle FFS chiediamo che: • venga ripristinata la qualità , la puntualità e la sicurezza dei trasporti offerti; • la digitalizzazione accompagni, ma non sostituisca il servizio agli sportelli, che devono assumere una maggiore importanza nel servizio all’utenza; • i prezzi degli abbonamenti vengano ridotti considerevolmente, con l’aggiunta eventualmente di nuove forme di abbonamento commisurate ai bisogni della cittadinanza; • i prezzi dei singoli biglietti siano a loro volta ridotti; • un’attenzione particolare sia rivolta alle famiglie.
Fondamentale per la costruzione di una vera cultura del trasporto pubblico anche in Ticino è poi avere delle misure di contorno come:
Avere a disposizione migliori condizioni di collegamento ferroviario (ad esempio più corse o treni più capienti nel Mendrisiotto negli orari di punta, avere treni per pendolari a disposizione nel Gambarogno, garantendo contemporaneamente una maggiore protezione fonica per i Paesi che si affacciano su quella tratta, garantire una maggior puntualità dei treni e avere treni più capienti in relazione al numero di utenti nelle diverse fasce orarie.
Poter disporre di una rete di piste ciclabili e percorsi pedonali completi e sicuri su tutto il territorio cantonale.
Poter disporre di posteggi di interscambio più capienti e situati in punti strategici nelle diverse regioni.
Creare isole pedonali urbane più estese, limitando l’accesso dei veicoli privati ai centri urbani.