La vicepresidente di physioTicino: «Sono aumentati i costi? È perché la popolazione invecchia. I nostri tariffari sono fermi da 25 anni»
LUGANO - A comparire tra le concause dell'ennesimo aumento della cassa malati, l'Associazione Svizzera di Fisioterapia "physioTicino" non ci sta. Tra le ragioni del rincaro, «ben superiore al previsto», secondo il ministro della sanità e presidente della Confederazione Alain Berset, figurano infatti «l'invecchiamento della popolazione» ma anche «un numero sempre crescente di visite» tra cui quelle fiosioterapiche.
Dato confermato anche da Paolo Bianchi, capo della Divisione della salute pubblica del Canton Ticino, secondo cui «l’impennata maggiore» in termini di spese sanitarie si registra proprio «nell’ambito della fisioterapia, con un 9,3%».
«Non puntateci il dito contro» - Numeri, questi, che per la categoria dei fisioterapisti vanno però contestualizzati. «È già un periodo abbastanza difficile senza che ci si metta a puntarci il dito contro», ci tiene a sottolineare Tamara Roncati, vicepresidente di physioTicino. «È ovvio che facciamo parte delle spese della sanità, ma rappresentiamo solo il 3,5% dei costi totali. Fa volume? Certo, ma l'aumento di oltre il 10% dei premi non può essere attribuito a una categoria professionale che, da ben 25 anni, non ritocca le proprie tariffe».
«Ecco perché aumentano le spese» - Roncati conferma sì l’impennata dei costi per le prestazioni fisioterapiche, «ma dovuto a diversi fattori quali ad esempio l'aumento dell'invecchiamento della popolazione. Sono aumentate le malattie croniche e i pazienti vengono dimessi sempre più precocemente dagli ospedali. Tutto ciò comporta una presa a carico maggiore da parte dei fisioterapisti».
I costi sempre più elevati dipendono anche da un altro trend: la crescente prescrizione di fisioterapia per i giovanissimi affetti da scoliosi. «Fino a circa una quindicina anni fa, tutto ciò che era ginnastica correttiva, veniva preso a carico dalle scuole. Ad oggi è il fisioterapista che si occupa di queste situazioni».
«Tariffario fermo da 25 anni» - A preoccupare Roncati vi è anche la volontà del Consiglio federale di riformare la struttura tariffaria della categoria: «Ciò comporterebbe l'ennesimo peggioramento di una situazione che è già stagnante da un quarto di secolo. È per questo che, a inizio settembre, la nostra associazione ha lanciato una raccolta firme che si oppone a questa riforma».