Il Laboratorio cantonale ha rilevato una qualità «globalmente buona» con alcune «non conformità puntuali».
BELLINZONA - Anche le poke bowl sono finite nel mirino del Laboratorio cantonale che durante l'estate del 2023 ha deciso di mettere alla prova la qualità di queste insalate «altamente deperibili» poiché composte da pesce crudo, riso, verdure, frutta e leguminose prodotte in 14 attività ticinesi. I risultati? Tutto bene per quanto riguarda il pesce crudo (tonno e salmone), ma alcune lacune nei processi produttivi.
Nello specifico Il Laboratorio cantonale ha analizzato venti tra tonni e salmoni utilizzati come materia prima e altrettanti campioni di poke bowl già miscelate e pronte al consumo. «Tutti i campioni di pesce hanno soddisfatto i requisiti di legge per freschezza e qualità microbiologica, monitorati con l’analisi dell’azoto basico volatile totale (ABVT) e dell’istamina, viene precisato nel rapporto. «Questo indica dunque una corretta gestione di queste materie prime delicate lungo la filiera e da parte delle aziende». Anche il livello dei metalli presenti nei due pesci (come si evince nella tabella sotto) sono risultati nella norma.
In nessuno dei venti campioni di poke bowl è inoltre stata riscontrata la presenza di batteri patogeni quali la Listeria (ne avevamo parlato qui) o la Salmonella. Tuttavia - fa notare il rapporto - in due campioni prelevati dalla medesima attività sono state rilevate delle concentrazioni elevate di Bacillus cereus, un batterio presente nell’ambiente che può produrre tossine responsabili di intossicazioni alimentari, mentre un terzo campione ha mostrato un superamento del valore indicativo relativo ai germi aerobi mesofili. «Il bilancio della campagna - conclude il Laboratorio cantonale - è da ritenersi globalmente positivo. Le non conformità indicano delle lacune puntuali nei processi produttivi e giustificano la ripetizione di questi controlli anche in futuro».