L’UMC: «Più di 70 persone su 100 che hanno delle relazioni sessuali s’infettano». I virus possono causare diversi tumori.
BELLINZONA - È l’infezione sessuale più diffusa nel mondo, in Svizzera e in Ticino. E, in alcuni casi, i virus del papilloma umano (HPV) sono responsabili dei tumori al collo dell’utero, agli organi genitali, alla gola e all’ano. Per questo, la vaccinazione, in particolare sotto i 26 anni di età, è ritenuta importante.
In Ticino, fa sapere l’Ufficio del medico cantonale (UMC), nel 2021 sono state «4’000 le persone che hanno avuto accesso al programma cantonale di vaccinazione contro il cancro del collo dell’utero, per un totale di 5500 dosi somministrate». Per 2’500 persone è stato un nuovo accesso al programma, mentre per le restanti 1’500 si è trattato della conclusione del ciclo di vaccinazione». Sono state circa 2'390 le femmine che sono state vaccinate e circa 1'730 i maschi vaccinati.
La percentuale fra i giovani è in crescita: «Nel 2018 la copertura delle sedicenni con due dosi era del 60% e del 17% per i sedicenni (l’accesso alla vaccinazione per i maschi è stato avviato solo a metà del 2016)». Nel 2021 la quota è salita al 67% per le sedicenni e al 57% per i sedicenni. La media svizzera per il periodo 2020-2022 è del 71% per le femmine e del 49% per i maschi. «Riteniamo che l’offerta data in Ticino, con oltre 230 medici che aderiscono al programma, consenta un adeguato accesso alla popolazione che può ricevere un’informazione da parte di un professionista della salute».
Per avere un’idea della diffusione dei virus dell’HPV, «più di 70 persone su 100 che hanno delle relazioni sessuali si infettano nel corso della loro vita: una parte importante di loro lo fa tra i 16 e i 25 anni». I virus HPV ad alto rischio di tipo 16 o 18 sono responsabili di più dei 2/3 dei casi di tumore del collo dell’utero. A questo proposito, sono mediamente 4 le donne che, in Ticino, ogni anno muoiono per un tumore del collo dell’utero. Dal 1996 al 2019 in totale i decessi sono stati 87.
In Svizzera, ogni anno circa 2'400 donne, soprattutto giovani, si devono confrontare con una diagnosi di lesioni precancerose di alto grado del collo dell’utero e devono subire degli esami complementari o un intervento chirurgico. «Si stima che, nel corso della loro vita, 6 donne su 100 svilupperanno delle lesioni precancerose e 1 su 100 soffrirà di un cancro». Circa 250 hanno presentato ogni anno un tumore del collo dell’utero e circa 80 ne sono morte.
Inoltre, i virus HPV sono i principali responsabili (circa l’80% dei casi) del cancro anale, diagnosticato ogni anno in circa 200 persone (di cui 140 donne). Gli HPV possono pure partecipare allo sviluppo di altri tumori a livello degli organi genitali (pene, vagina, vulva) e della gola.
«In ogni caso - ricorda l’UMC - indipendentemente dall’essere vaccinate o meno, gli esami ginecologici regolari con l’esecuzione di un Pap-test, a cui se del caso si aggiungono esami più specifici, permettono di porre una diagnosi precoce rilevando e trattando le lesioni precancerose prima che diventino un cancro».
Per avere maggiori informazioni è possibile consultare la pagina informativa messa a punto dal medico cantonale.