Parla la madre di una delle giovani sparite, negli ultimi mesi, in Ticino. «È rientrata in istituto e mezz’ora dopo era già fuori».
BELLINZONA - «Sì, mia figlia è stata ritrovata. Ma è rientrata in istituto per mezz’ora e se ne è andata subito. Lei sparisce per giorni e nessuno la cerca». È una testimonianza forte, quella di Veronica*, madre di una delle diverse adolescenti per le quali negli ultimi mesi la Polizia cantonale ha diramato un avviso di scomparsa.
«Durante l’estate mia figlia 15enne si è assentata dal foyer Casa di Pictor di Mendrisio, struttura in cui risiede, per settimane intere», spiega Veronica. «È sufficiente che lei ogni due giorni mandi un messaggio dicendo “Sto bene, non torno”, e nessuno la cerca. È una cosa malata».
E, secondo la madre, la residenza in foyer non starebbe dando i risultati sperati. «Ho consegnato all’istituto una ragazza che andava a scuola e aveva degli obiettivi. Ora me ne ritrovo una che si droga, ha problemi di autolesionismo e da tempo non frequenta più le lezioni».
Adolescenti nell'ombra - «Quando un minore si allontana dal nostro foyer proviamo in ogni modo a mantenere un contatto almeno telefonico con lui o lei. Se questo non si rivela possibile provvediamo alla segnalazione alla polizia», spiega a Tio/20minuti Elena Giambini, nuova direttrice della Casa di Pictor. «Se invece il giovane mantiene aperto un canale di comunicazione si valuta caso per caso con la Polizia cantonale se procedere o meno con la denuncia di scomparsa. Rimaniamo inoltre in costante contatto con i genitori e/o con il tutore del minorenne e aggiorniamo puntualmente l'Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani (UFaG)».
Queste scomparse, tiene a sottolineare Giambini, vengono prese sul serio. «È chiaro che un minore che si allontana preoccupa fortemente i genitori. Ma altrettanto preoccupa l'équipe del foyer. Da parte nostra c’è un forte senso di responsabilità».
Strutture aperte - La verità, però, è che in Ticino non esistono strutture chiuse per minori in difficoltà. E questo, dal profilo della prevenzione, pone non pochi ostacoli ai centri educativi per minorenni: «Per legge ai ragazzi non può essere impedito di uscire dal foyer», spiega Giambini. «Dalla nostra abbiamo però "l'arma" della relazione per dialogare e mantenerli all'interno di una quotidianità che li tenga per quanto possibile al sicuro».
«Adulti impotenti» - «Spesso sono le ragazze che tendono a fare questi vagabondaggi, in quanto hanno più possibilità di trovare qualcuno che le ospita», commenta dal canto suo Luca Forni, direttore della Fondazione Paolo Torriani per minorenni di Mendrisio. «Il grosso problema è alla radice. Negli ultimi anni i minori hanno sviluppato, attraverso gli smartphone, una rete incredibile. I contatti che utilizzano non sono necessariamente stabili, possono essere costruiti anche la sera stessa. Da questo punto di vista i giovani godono di una grande possibilità di autodeterminarsi, non sempre in modo costruttivo, lasciando gli adulti impotenti nel tentativo di proteggerli dalle situazioni a rischio e pericolose».
Quota 33 - Tra gennaio e settembre in Ticino sono stati ben 33 i minori per i quali è stata formalizzata una denuncia di scomparsa. Anche l’anno scorso era stata raggiunta questa cifra, ma in 12 mesi, mentre nel 2021 e nel 2020 erano state registrate “solo” 24, rispettivamente 16 sparizioni di minori. Questi dati comprendono sia le denunce di scomparsa diffuse al pubblico, per volere dei familiari o di chi detiene l'autorità parentale, che quelle che vengono trasmesse unicamente alle pattuglie delle forze dell'ordine dislocate nel cantone e ai valichi. «Le scomparse con fuga sono spesso legate a conflittualità familiari o a periodi di sconforto derivanti magari da difficoltà di vario genere», precisa la Polizia cantonale.
* Nome di fantasia (nome reale noto alla redazione)