Preoccupata la delegazione ticinese dei Cemea, che pensa a scuole, centri di protezione e centri educativi.
BELLINZONA - Sono tagli decisamente consistenti, pari a 134 milioni di franchi, quelli annunciati dal Cantone settimana scorsa con la presentazione del preventivo 2024. Lo scopo ultimo? Il pareggio dei conti entro il 2025.
Ma la delegazione ticinese dei Cemea (Centri d’Esercitazione ai Metodi dell’Educazione Attiva) non ci sta. «Dopo aver preso visione del preventivo 2024 presentato dal Consiglio di Stato, teniamo a esprimere la nostra preoccupazione. Chiediamo all’Esecutivo cantonale che le misure adottate non vadano a scapito dei bambini e delle bambine ospiti nei centri di socializzazione, nei mininidi, nei nidi d’infanzia, nei centri extrascolastici, presso le mamme diurne, nelle scuole dell’obbligo, nei centri d’accoglienza di protezione e in tutti i luoghi e strutture dove vi sia un’accoglienza educativa».
Considerato che il preventivo 2024 prevede tagli milionari alle strutture menzionate «i Cemea temono che quanto prospettato vada inevitabilmente a colpire la qualità dell’accoglienza e la possibilità di una crescita armoniosa dei bambini, ledendo in modo importante il rispetto della Convenzione dell’ONU sui diritti dell’infanzia», si legge nell'odierna presa di posizione.
In conclusione «i Cemea chiedono al Consiglio di Stato di rivedere le misure proposte, altresì, chiedono al Parlamento e a ogni forza politica del nostro Cantone di mettere in atto tutto ciò che è in loro potere, in quanto delegati del Popolo Sovrano, affinché ciò non avvenga».