La storia di un cameriere in disoccupazione parziale e a un passo dalla pensione. I consulenti dopo le sue pressioni fanno dietrofront.
LOCARNO - È a un passo dalla pensione, ma l'Ufficio regionale di collocamento (URC) gli avrebbe voluto fare seguire un corso sulle tecniche per trovare lavoro. Situazione bizzarra quella capitata ad Alvaro Silva De Almeida, un 64enne residente nel Locarnese che da qualche mese si trova in disoccupazione parziale. «Il mio posto come cameriere è stato ridotto al 50% per mancanza di lavoro in inverno. A marzo ritroverò il 100% fino a novembre 2024, mese in cui andrò in pensione».
«Non potevo crederci» – L'uomo racconta di lavorare nella ristorazione da una quarantina d'anni. «Quando una decina di giorni fa mi è arrivata la lettera dell'URC non riuscivo a credere ai miei occhi. Come si possono sprecare soldi pubblici così? Io conosco benissimo le tecniche per trovare lavoro. E a marzo ho un lavoro a tempo pieno che mi aspetta. Possibile che non si valutino le circostanze specifiche?»
«Aperto alla formazione, ma con senso» – Il 64enne nel frattempo è riuscito a far fare dietrofront ai consulenti dell'URC. Non senza essersi impuntato con più mezzi. «Ho fatto intervenire il mio datore di lavoro, la cassa disoccupazione UNIA, ho mobilitato un sacco di persone. Non mi sarei sottratto di certo a un corso di formazione. Ma avrei voluto una proposta sensata. Il corso in questione dura un mese e avrebbe interferito anche col mio impiego al 50%. Cosa avrei dovuto fare? Saltare giornate di lavoro per andare a seguire questo corso?»
La domanda – Come è possibile che un "quasi pensionato", con un tempo pieno che lo attende tra pochi mesi, abbia ricevuto una proposta del genere? All'uomo i consulenti dell'URC hanno semplicemente detto che qualcosa è andato storto. «Ma nessuno ha parlato di errore. Mi hanno detto che erano le regole dell'URC. Se non mi fossi impuntato, avrei dovuto seguire questa formazione? La domanda resta senza risposta».
La voce del Cantone – Claudia Sassi, capa della Sezione cantonale del lavoro, sostiene di non potere entrare nel merito del caso specifico. Ma illustra la situazione generale. «Quando la persona iscritta presso gli Uffici regionali di collocamento esercita un’attività lucrativa a titolo di guadagno intermedio, continua a essere considerata “alla ricerca di un impiego”. Sottostà dunque a tutti i diritti e i doveri imposti dal quadro legale federale intraprendendo tutto il possibile per colmare con opportunità lavorative anche periodi limitati di disoccupazione dovuti al calo di attività stagionale. Il suo compito, anche solo a tempo parziale e anche solo per un periodo limitato, è quello di cercare un lavoro. Il corso in questione dedicato alla ricerca di un impiego può sostenere in questo obiettivo. E normalmente gli organizzatori agevolano la conciliabilità con l’attività professionale».