L'appello alla direttrice del DECS: «La scuola sia un luogo per promuovere la pace»
BELLINZONA - La visita da parte dell’esercito al Centro Professionale Tecnico (CPT) di Locarno, con tanto di mezzi militari e armi d’assalto, ha generato «sconcerto» nel Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA).
«Non è la prima volta che l’esercito svizzero entra nelle nostre scuole con lo scopo di esaltare i ragazzi e le ragazze mostrando armi, gadget e veicoli. Questa strategia ha l’obiettivo di generare entusiasmo e interesse tra i giovani, invogliandoli a scegliere il percorso della scuola reclute», sottolinea il SISA con un comunicato.
Il Sindacato precisa come per la presentazione delle forze armate esista già una giornata informativa dell’esercito, «occasione in cui dovrebbe essere presentato anche il servizio civile come alternativa, ma quest’ultimo viene raramente citato e se viene nominato è soltanto in ottica denigratoria».
Da questo punto di vista, il SISA ribadisce la sua opposizione all’estensione dell’obbligo della giornata informativa e al servizio militare per le donne.
In risposta a quella che ritiene essere una «crescente militarizzazione» nelle scuole, il SISA si rivolge quindi alla direttrice del DECS, Marina Carobbio-Guscetti, chiedendo di intervenire «per garantire l’indipendenza della scuola rispetto alle ingerenze militari». «La scuola - aggiunge - deve essere un luogo che promuova la pace e non la sede per la propaganda bellicista e nazionalista dell’esercito rossocrociato».
Il SISA ricorda infine la presenza di uno sportello di consulenza per tutte quelle reclute che sviluppano un conflitto di coscienza durante il servizio militare. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito.