Lunghi incolonnamenti tutte le mattine e la sera tra Gerra e Magadino per il cantiere del tracciato ciclabile. Sotto accusa anche i securini
GERRA - Entrare e uscire dal Gambarogno di questi tempi è impresa che richiede grandi scorte di pazienza: basta sentire qualche automobilista che al mattino da Gerra prova ad arrivare fino alla grande rotonda della "Pergola" e alla sera compie lo stesso percorso all'inverso.
C'è una pista ciclabile da fare: che coda! - L'elogio della lentezza, professato da illustri narratori e consigliato anche da qualche medico per i suoi benefit di salute, non è affare per chi deve raggiungere in orario il luogo di lavoro o l'aula di scuola. Nemmeno se all'origine vi siano buone cause come potrebbe essere la costruzione di una pista ciclabile.
Tra Magadino e Gerra si sta in coda proprio per questo. «Il problema è che i lavori di questa ciclopista dureranno fino al 2025 - sbuffa spazientita un'automobilista che tutti i giorni si immette su questo tratto di cantonale - impensabile continuare così».
Un cantiere aperto nelle ore di punta: si sbanca una parete di roccia, farlo di notte turberebbe la quiete pubblica - Un cantiere aperto nelle ore di punta, che manda in tilt la circolazione e anche l'umore di chi è alla guida: «Si viaggia ovviamente a senso alternato - spiega - e al mattino ad esempio chi esce dal Gambarogno si trova una coda che arriva fino a oltre Vira-Gambarogno e ci si impiega più di un'ora per raggiungere ad esempio Locarno».
La sorte, e di più la natura dei lavori in corso, non permettono neanche la possibilità di prevedere un orario di svolgimento alternativo delle attività di cantiere, ad esempio in notturna. «Lavorano di giorno presumo perché dovendo spaccare delle rocce ed essendoci delle case lì intorno sarebbe molto rumoroso farlo la notte», ci dice l'automobilista.
Il Segretario comunale: «Progetto e direzione dei lavori di competenza cantonale» - La conferma che è proprio questa la tipologia di intervento portata avanti dagli operai del cantiere, arriva dagli uffici comunali.
«Sono dei lavori di sbancamento roccia in corso fra la ferrovia e le bolle di Magadino, in zona Magadino Alto - spiega il Segretario comunale Alberto Codiroli - per permettere la futura realizzazione della ciclopista prevista nei progetti PALOC».
È informato del "serpentone" di auto in sosta forzata lungo la strada che da Gerra porta a Magadino. «Le code si limitano ai momenti di maggior transito legate al movimento giornaliero dei frontalieri, nel quale naturalmente tutti rimaniamo coinvolti - afferma il Segretario comunale - si formano al mattino in direzione nord, dalle 06:00 fino alle 07:30 e la sera in senso inverso, dalle 16:30 per alcune ore».
Il problema però non è nuovo: «Si era già presentato per il primo tracciato della pista - è al corrente l'automobilista - e alcuni cittadini avevano già sollevato la questione di questi ingorghi» rivela.
Il tratto di strada interessato dalle opere, «il cui progetto e la direzione dei lavori competono il Cantone e non il Comune» specifica Codiroli, «è regolato con semafori nei momenti di minor traffico e da movieri, sempre presenti, che facilitano il transito nelle due direzioni seguendo il flusso sopraccitato e favorendo il transito ai mezzi di trasporto pubblici» aggiunge, informando che «i lavori di sbancamento sono praticamente conclusi e saranno seguiti, per un periodo stimato in circa un mese, da quelli di consolidamento della scarpata». A questi seguiranno poi «i lavori a valle, verso le bolle, per la realizzazione della ciclopista. Non sono in grado di sapere a questo momento - lo dice con estrema franchezza - quale influsso avranno sul traffico».
Dito puntato sui "securini": «Andrebbero istruiti meglio» - Una considerazione, quest'ultima, che - visti già gli effetti viabilistici prodotti dallo sbancamento di roccia in corso - non lasciano proprio tranquilli i fruitori di quella strada. Che fanno anche presente che non sono molto soddisfatti del modo in cui i "securini" disciplinano il traffico viario: «Qui non è ben chiaro cosa succede - dice l'automobilista - loro fanno uscire dieci macchine e bloccano e ne fanno entrare quattro o cinque. Ma quelle che entrano sono molto meno rispetto a quelle che escono e quindi la coda è infinita». In pratica, stando al racconto dell'automobilista, il modo in cui gli ausiliari del traffico starebbero regolando i flussi dei veicoli non terrebbe correttamente conto dei differenti volumi di transito nelle due direzioni di marcia.
«Un'ora per arrivare a Locarno» - «Se per un tragitto di 25' se ne impiegano per percorrerli più del doppio qualcosa di anomalo ci sarà - continua - anche due mie colleghe che devono raggiungere tutti i giorni Locarno sono arrabbiatissime. Questa mattina io ho visto anche una macchina che si è fermata e ha detto qualcosa al securino, non so dirle cosa, ma onestamente penso che il malumore sia generalizzato fra coloro che tutti i giorni devono affrontare questo tratto di strada».
Una "Via Crucis" di viaggio - Come uscire da questa "Via Crucis" di viaggio? «Beh, l'ideale sarebbe fare i lavori di notte, ma probabilmente per ciò che ci si diceva prima questo non sarà possibile. Allora che non si facciano i lavori negli orari di punta, ma soprattutto a questo punto istruire i securini. È più che palese - dice - che sembra un pò tutto improvvisato. La prova è che, guarda caso, la coda si forma sempre la mattina in uscita, quando la gente va a lavorare, e la sera in entrata nel Gambarogno quando la gente torna a casa dal lavoro».
Il record della lunga colonna: «Non è vita» - Il record di coda - in questa specie di cammino quasi espiatorio di chissà quali colpe dei poveri automobilisti del Gambarogno - «un giorno in cui la colonna arrivava da dopo i campi di calcio di Magadino fino alla rotonda dell'aeroporto, cioè alla fine della T21. Era tutto bloccato. Da un quarto alle cinque fino alle sei fermi, bloccati». Non è vita, sbuffa ancora più spazientita di prima.