La protesta, l'accerchiamento, la carica e l'uso dello spray al pepe. «In tanti hanno avuto bisogno di cure mediche»
LOSANNA - Critiche, scontri e l'uso dello spray al pepe. La visita di Macron a Losanna non è stata accolta solo con il proverbiale tappeto rosso, ma si è dovuta scontrare con una vera e propria contestazione studentesca.
Oltre duecento ragazzi si sono radunarti davanti all'edificio della Facoltà di Lettere accusando il presidente francese - al grido di «Macron assassino», «Stop al genocidio» e «Palestina libera» - di essere sostenitore d'Israele nel conflitto sulla striscia di Gaza.
Tra i vari manifestanti anche una quindicina di ticinesi, come ci spiega Rudi Alves, coordinatore del Sindacato Indipendente Studenti e Apprendisti (SISA). «La nostra presenza in appoggio alla manifestazione scaturisce dalla necessità di contestare la presenza del presidente Macron in quanto complice, assieme a tutti gli altri Paesi europei, di quanto sta accadendo attualmente in Medio Oriente. Siamo solidali alla causa palestinese», sottolinea il giovane.
Per Alves, il dispositivo di polizia sul posto era spropositato, così come sarebbe stata eccessiva la reazione degli agenti nei confronti degli studenti: «Le intenzioni pacifiche del corteo studentesco, che di fatto voleva solo avvicinarsi all'anfiteatro dove si tiene la conferenza stampa, si sono scontrate con il muro della polizia. Questo nonostante ci si fosse accordati prima con il vice-rettore. Invece il corteo è stato bloccato per un'ora e mezza, fino a che la situazione è degenerata».
Come si evince dalle immagini (in allegato), a un certo punto i ragazzi in prima linea hanno tentato di forzare il blocco. La risposta è arrivata con l'uso degli spray al peperoncino. «I manifestanti si sono sentiti accerchiati, schiacciati e minacciati. Erano pressati da più parti e... hanno reagito. Almeno una ventina di ragazzi hanno riportato conseguenze e sono stati male fino a che non è arrivata l'ambulanza... molto dopo».
Anche altri giovani hanno avuto bisogno di cure mediche, ma non per vere e proprie conseguenze fisiche: «Diciamo che in tanti erano in preda all'agitazione, spaventati e tremanti. Non si aspettavano una reazione simile», sottolinea Alves.
Macron difende la posizione della Francia sul Medio Oriente
Il presidente francese e il suo omologo elvetico Alain Berset hanno incontrato in mattinata gli studenti dell'Università (UNIL) e del Politecnico federale (EPFL) per discutere di Unione europea (UE), guerra in Medio Oriente e cambiamento climatico. Circa 1.400 persone, principalmente studenti, hanno ascoltato gli interventi dei due capi di Stato e partecipato poi alla discussione aperta al pubblico. Macron è stato soprattutto interpellato riguardo alla sua posizione sulla guerra nella Striscia di Gaza. Il presidente francese ha ribadito che la Francia "condanna con la massima fermezza l'attacco terroristico" di Hamas del 7 ottobre e che Israele ha "il diritto di difendersi".Tuttavia, questo diritto "non giustifica il bombardamento dei civili" in corso nella Striscia di Gaza. Bisogna rispettare pure il diritto internazionale dei conflitti armati e quello umanitario. In questo conflitto - per Macron - non ci possono essere "due pesi e due misure".
Il presidente francese ha chiesto "una tregua umanitaria immediata" che porti a un cessate il fuoco, nonché "la ripresa del dialogo politico" affinché il popolo palestinese possa finalmente avere uno Stato. Da parte sua, Berset ha detto che bisogna porre fine all'"escalation" che sta spingendo il conflitto "verso l'orrore". Ha ricordato l'impegno della Svizzera per la protezione dei civili, in particolare alla luce della sua lunga tradizione umanitaria. Macron ha poi parlato soprattutto di Unione europea. "Le fondamenta dell'Europa non sono mai state così scosse", ma "di fronte a tutti i rischi di frammentazione e di ritorno al nazionalismo, l'Europa rimane la risposta migliore", ha affermato. (ats)