Presentata un'interrogazione al Consiglio di Stato
BELLINZONA - «Qual è l'esito dell'applicazione della direttiva per la raccolta separata delle plastiche PE e PP?». Lo chiedono, attraverso un'interrogazione al Consiglio di Stato, Massimiliano Ay (Partito Comunista), Samantha Bourgoin e Nara Valsangiacomo (Verdi), Maddalena Ermotti Lepori e Massimo Ferrari (ilCentro), Danilo Forini e Josef Savary (Ps), Matteo Quadranti (PLR).
Chiedono lumi sull'applicazione della nuova direttiva con cui i Comuni sono obbligati - dal giugno scorso - a raccogliere separatamente le plastiche. Per i firmatari dell'interrogazione «un esame approfondito della citata direttiva evidenzia varie lacune e lascia molte domande aperte a chi la deve implementare» scrivono.
Questo perchè - a loro dire - gli amministratori comunali «si trovano in pratica a dover decidere se adottare il sistema già ben collaudato e offerto a livello nazionale per la raccolta delle plastiche miste, denominato comunemente Sammelsack, o la soluzione proposta dalla ditta Puricelli SA di Riva San Vitale che propone la raccolta delle sole plastiche PE e PP».
La prima soluzione - spiegano - permette «di riciclare in pratica tutte le plastiche attualmente riciclabili, mentre la seconda solo le plastiche PE e PP che rappresentano circa il 15 – 20% delle plastiche domestiche. Ne consegue che la gran parte delle plastiche domestiche verrebbero bruciate nell'inceneritore di Giubiasco invece che riciclate».
Fra i parametri cui la direttiva da più importanza «vi è quello della distanza percorsa dai centri di raccolta comunali all'impianto di valorizzazione dal materiale raccolto. Si indica che una distanza superiore ai 150 km è da evitare. Si ricorda - aggiungono - però che lo studio fatto eseguire durante la fase pilota del Sammelsack per il Comune di Bellinzona e cofinanziato dal Cantone arrivava alla conclusione che “l'impatto del trasporto delle plastiche raccolte con il Sammelsack è trascurabile rispetto ai benefici ambientali ottenuti dal loro riciclaggio».
Così interrogano il Consiglio di Stato «su quali studi o basi scientifiche viene determinato in 150 km la distanza da evitare per il trasporto delle plastiche dal centro di raccolta comunale all'impianto di valorizzazione e chi certifica che la filiera della raccolta fino al riciclaggio sia in linea con le leggi e disposizioni ambientali in materia».
Un altro aspetto è il controllo: «Chi controlla la tracciabilità del flusso dei materiali e interviene e sanziona in caso di mancato rispetto delle regole?» domandano i firmatari. L'interrogazione vuole arrivare a chiarire anche «quale è finora il feedback ricevuto dai Comuni confrontati con l'applicazione e la messa in pratica della direttiva in questione»?