Il servizio pubblico comincia a farsi i conti in tasca e si prevede una forte ristrutturazione della durata di diversi anni
COMANO - Meno cento posti. È ciò che potrebbe comportare il taglio al canone Ssr nelle file della Rsi. Il servizio pubblico, a fronte dell'iniziativa "200 franchi bastano" e della controproposta del Consiglio federale di un tetto massimo di 300 franchi, si è fatto due conti in tasca e, considerando i risparmi già effettuati, l'intera offerta andrebbe ripensata e con essa anche il personale.
Lato Ssr, come comunica la Rsi, si parla di un possibile taglio di 900 posti di lavoro interni e altrettanti impieghi in aziende che collaborano con l'emittente. Lato ticinese, invece, il direttore della RSI Mario Timbal non ha voluto fornire numeri precisi, ma lunedì mattina ha parlato di un «impatto importante come non è mai stato registrato da questa azienda», indicando poi la possibilità che un abbassamento a 300 franchi potrebbe comportare una riduzione obbligata della forza lavoro di oltre cento unità.
Sempre Timbal ha criticato la decisione del Consiglio federale, definendola direzionata verso i desideri degli iniziativisti e di «respiro corto». Ha inoltre accusato di «fissare i prezzi» prima ancora di stabilire «quali saranno i nostri compiti».