Dai Licei Lugano 1 e Bellinzona la volontà di protestare contro le «degradanti» misure di risparmio avanzate dal Governo
LUGANO/BELLINZONA - Le misure di risparmio contenute nella proposta di Preventivo 2024 avanzata dal Consiglio di Stato qualche settimana fa non hanno mancato di suscitare grandi perplessità e un diffuso malcontento tra i docenti ticinesi.
Ne sono la prova le risoluzioni del collegio docenti tenutesi ieri sera al Liceo Lugano 1 così come quello di Bellinzona.
A preoccupare, ad esempio i tagli previsti alla spesa sociale «si pensi solo alla riduzione dei sussidi di cassa malati per più di 6’000 persone, che causano un indebolimento della tenuta del tessuto sociale», hanno fatto notare dal Liceo luganese. Lo stesso corpo docenti ritiene «inaccettabile la scelta di perseverare nell’affrontare i problemi di bilancio del Cantone dando la priorità alla riduzione delle uscite». «Sottofinanziare i servizi statali e quelli offerti dagli enti sussidiati dallo Stato – riducendo il loro personale, rendendolo più precario, peggiorandone le condizioni di lavoro – significa inevitabilmente peggiorare la qualità del servizio pubblico», viene fatto notare.
Altrettanto «inaccettabile» viene considerata la richiesta di un contributo di solidarietà, «l'ennesimo ... applicato alla retribuzione dei dipendenti cantonali. Sommando tale misura, il 2% della parte di salario che eccede i 60mila franchi, al rifiuto di riconoscere anche solo parzialmente il rincaro (che per il 2023 supererà il 2%) e alla recente decisione di aumentare dello 0,8% i contributi pensionistici a carico dei dipendenti affiliati all’IPCT, nel 2024 chi lavora per il cantone si vedrà decurtato il proprio salario di migliaia di franchi».
Ai docenti luganese fanno eco i colleghi da Bellinzona: «L’aumento dei contributi da un lato e la decurtazione prevista dal Preventivo 2024 dall’altro portano perciò ad una perdita salariale complessiva che si aggira attorno al 4% a partire dal 1o gennaio 2024». «Queste misure di risparmio sono le ultime di una lunga serie di penalizzazioni salariali che, a partire dagli anni ’90, hanno degradato progressivamente le condizioni professionali degli impiegati statali», viene aggiunto.
Entrambi i corpi docenti, dunque, annunciano la propria adesione alla protesta del 22 novembre indetta dai sindacati OCST, Vpod e Sit, e appoggiata dall’associazione ErreDiPi, e si riservano la possibilità nelle prossime settimane di discutere di ulteriori misure di mobilitazione, comprese forme di astensione dal lavoro analoghe a quelle già attuate durante l’anno scolastico 2022-2023 riguardo alla vertenza sulle pensioni».