L'ACSI: «Con questa misura si va a ridurre la libertà dei consumatori e a fare gli interessi di chi vende»
LUGANO - L’ACSI, l'associazione delle consumatrici e dei consumatori della Svizzera italiana, è contraria all’abbassamento della franchigia sull’IVA da 300 a 150 franchi. «Con questa misura si va a ridurre la libertà dei consumatori e a fare invece gli interessi di chi vende - si legge in una nota - i consumatori svizzeri sono già salassati a sufficienza, nonostante l’accettazione dell’iniziativa contro l’Isola dei prezzi elevati (lanciata dalle organizzazioni dei consumatori) i cui risultati si fanno ancora attendere».
L’ACSI ricorda che «ha sempre promosso un consumo responsabile, con attenzione agli spostamenti, alla freschezza dei prodotti e all’impatto sociale e ambientale delle nostre scelte. Il contesto dimostra però che i consumatori svizzeri pagano prezzi più elevati anche per prodotti identici rispetto ai loro omologhi dei paesi confinanti. Per questo motivo è comprensibile che alcuni consumatori decidano di fare una parte dei loro acquisti all’estero (nel caso del Ticino, in Italia)».
Per l'associazione sulla scelta della spesa oltre confine pesano il «periodo inflazionistico e i premi di cassa malati che continuano a salire vertiginosamente. Anziché cercare di costringere i consumatori ad acquistare prodotti più cari “con la forza”, i distributori attivi nel nostro paese dovrebbero ridurre i propri margini di guadagno (più elevati dei loro omologhi esteri) e rendere i propri prezzi più competitivi. Alcuni del resto lo stanno già facendo, dimostrando che è possibile» affermano da ACSI.
L’abbassamento della franchigia sull’IVA «comporterebbe inoltre oneri burocratici e costi tanto per il personale delle dogane quanto per le consumatrici e i consumatori, su importi tutto sommato piccoli» e «sarà del resto possibile per chi lo vorrà aggirare la misura restando sotto i 150 franchi di spesa e andando più spesso oltre frontiera, con conseguente aumento del traffico, l’ultima cosa di cui la nostra regione ha bisogno».
Insomma, questa proposta, voluta dal Parlamento e alla quale «si era opposto anche il Consiglio federale, creerà unicamente problemi e ha come unico scopo quello di accomodare le richieste dei distributori svizzeri, che hanno fatto sentire tutto il loro peso in Parlamento». ACSI fa sapere inoltre che «i nostri colleghi della Konsumentenschutz hanno lanciato una petizione contro questa modifica» che è previsto entri in vigore già dal 1° gennaio 2025.