Ecco Kevin, venuto al mondo in anticipo e in casa, con ancora la sacca amniotica ad avvolgerlo. La zia Giulia levatrice per una notte.
OSOGNA (RIVIERA) - Ipotizzava un parto difficile. Già solo perché quello che stava aspettando era il secondo figlio e col primo parto aveva dovuto sudare sette camicie. Nessuno però si sarebbe potuto immaginare che Sophie Venezia, 34enne di Osogna, avrebbe messo alla luce Kevin in casa, con quindici giorni d'anticipo e con sua sorella Giulia (32) a improvvisarsi levatrice e a dovere rompere una sacca amniotica che solitamente compare in un caso su 80’000. «Il bimbo – conferma mamma Sophie – era effettivamente ancora rivestito della sacca. Questo parto non lo scorderò mai».
«Non c'era tempo» – È una situazione piuttosto rara quella capitata a Sophie. I parti in casa ci sono ancora, certo. Ma sono pianificati. Nella circostanza specifica invece tutto è stato improvviso. E denso di incognite. «Era la notte tra il 24 e il 25 novembre – dice il marito Tommaso (37) –. Per fortuna che in casa c'era anche Giulia. A un certo punto si è capito che il bambino voleva "uscire". Mi sono precipitato in auto per portare mia moglie all'ospedale San Giovanni di Bellinzona. Ma subito abbiamo capito che non c'era tempo. Io ero davvero preoccupato, memore delle difficoltà del primo parto».
«Io, lucida di fronte alle emergenze» – La vera protagonista di questa vicenda è soprattutto Giulia, che nella vita fa tutt'altro mestiere. La sorella della neo mamma, e zia del neonato, è stata decisamente fredda nel prendere in mano la situazione. «È stato tutto istintivo per me – precisa –. Sono sempre stata una persona che non va in panico, sono lucida di fronte alle emergenze. Quella notte mia sorella dal bagno mi aveva gridato di chiamare l'ambulanza».
«Quando è comparsa quella sacca...» – Il resto accade tutto in circa un quarto d'ora. «Non si poteva più tornare indietro. Mentre Kevin veniva al mondo, io ero al telefono con i soccorsi. Mi dicevano esattamente cosa fare. Il grande punto di domanda si è presentato quando abbiamo notato che c'era quella sacca ad avvolgere il bambino. Non capivamo bene cosa fosse. E anche dall'altra parte della "cornetta" c'è stato un attimo di dubbio».
«Vagito liberatorio» – La sacca amniotica, in un ambiente controllato e medicalizzato, rappresenta un perfetto valore aggiunto per fare nascere in maniera rilassata un bimbo. L'espressione "nascere con la camicia" deriva proprio da questo. Diverso il contesto nella casa di Osogna. «Il sacco andava rotto. Ma romperlo non è evidente. A maggior ragione visto che ero cosciente delle difficoltà avute da mia sorella in occasione del primo parto. Ho preso il primo oggetto trovato sul momento. E finalmente poi il bambino ha emesso il primo vagito. È stato liberatorio».
Una mamma ancora provata – Kevin a due settimane dalla nascita è felice e coccolato da tutta la famiglia. La mamma nel frattempo sta cercando di recuperare le forze. «Sono ancora molto provata – ammette Sophie –. È un parto che a livello fisico è stato pesante. Ci vorrà un po' di tempo. Però sono felice che tutto alla fine sia andato bene».