Una trentina i giovani allontanati. Ma la protesta non finisce: gli attivisti trovano spazio nelle ex scuole a Viganello
LUGANO - Circa trenta persone sono state allontanate pacificamente durante l’intervento della polizia in seguito alla denuncia del proprietario dell'ex discoteca a Capo san Martino. Sembrava concludersi così, dopo poche ore e con l'ennesimo sgombero, l'occupazione degli autogestiti, da ieri riunitisi per una protesta all’ex locale Le Cap.
Trentina di identificati - L'intervento, andato in scena poco prima delle 10, è stato condotto dalla polizia cantonale supportata dalla PolCom di Lugano in virtù della denuncia sporta dai proprietari per violazione di domicilio e danneggiamento. «I danni riscontrati sono ingenti», precisano le forze dell'ordine che hanno identificato una trentina di persone. La loro posizione è attualmente al vaglio degli inquirenti.
Settima volta - Si tratta del settimo «spazio ripreso e collettivizzato» dalla demolizione dell'ex Macello. Il primo fu l’ex Macello stesso, due anni fa, poi l’ex Caritas a Molino Nuovo, lo stabile di via Ernetto a Pregassona, il parco per il campeggio antimilitarista a Massagno, le ex scuole a Viganello, l’hotel Fisher e, ora, lo stabile a Capo San Martino.
Nella fu discoteca, scritte contro le Autorità appaiono in più punti quale espressione di un dissenso già più volte esplicitato. E che non ha mancato di raccogliere reazioni, come quella di Alain Bühler (Udc), ora sul piede di guerra e pronto a presentare a breve una mozione sul tema.
L'occupazione si sposta a Viganello - L'occupazione però non si è conclusa con l'intervento di Polizia, ma si è solo spostata. Gli attivisti hanno infatti trovato nuova sede per la loro protesta in quel di Viganello, precisamente nelle ex-scuole, come già fatto lo scorso giugno. «Oggi alle 10 del mattino siamo stati sgomberati da Capo San Martino - si legge sul blog dell'SOA Il Molino -. Nonostante ciò non ci fermiamo! Raggiungeteci alle ex scuole di Viganello per il pranzo popolare e per proseguire con le attività programmate. Le nostre idee non si sgomberano! Vi aspettiamo numerosi».
«Tradizione di pochi maleducati» - «L'occupazione di edifici durante il periodo natalizio è una pratica che ormai è diventata una tradizione di pochi maleducati», commentano intanto i Giovani Udc. «Ciò che questi pochi maleducati dovrebbero fare in questi giorni festivi è una profonda auto-riflessione. Invece di accusare il mondo intero di oppressione, dovrebbero chiedersi se non siano loro stessi a opprimere», si legge in un comunicato stampa. «L'autogestione che tanto decantano è intrinsecamente oppressiva. Difatti le rivendicate libertà degli uni si scontrano con quelle degli altri. La differenza tra il presunto autogoverno dei molinari e la forma di governo adottata liberamente dal resto della società sta nel fatto che quest'ultima è legittimata democraticamente, cioè è il risultato di compromessi fatti dalle maggioranze della nostra società, maturati non solo negli ultimi decenni, bensì negli ultimi secoli di storia. Invece, le richieste dei molinari ricordano la volontà dei dittatori; sono infatti richieste di pochi maleducati e il risultato della loro sola volontà egoistica». Quindi l'invito alle Autorità a «far rispettare la volontà della maggioranza silenziosa, che non significa altro che l'attuazione dell'ordine pubblico come prescritto dalle nostre leggi democraticamente legittimate».