Cgil, Cisl e Uil Lombardia insorgono contro il provvedimento inserito nella legge di bilancio: «È illegittimo».
MILANO - La tassa sul lavoro frontaliero introdotta in Italia con la legge di bilancio è un provvedimento «iniquo, ingiustificato, intempestivo e, verosimilmente, illegittimo». Lo affermano le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil della Lombardia, che dallo scorso ottobre hanno richiesto uno stralcio del provvedimento dalla manovra, insieme ai sindacati elvetici Unia e Ocst.
In particolare il provvedimento, che serve per «finanziare un maggior salario ai lavoratori della sanità nelle aree di confine» appare essere «di dubbia legittimità, perché si porrebbe in contrasto con il principio di universalità del sistema sanitario nazionale garantito a tutti i cittadini italiani indipendentemente dalla propria condizione», si legge in un comunicato.
Il provvedimento introduce inoltre un «meccanismo di doppia imposizione - secondo le organizzazioni sindacali - proprio a valle di un trattato internazionale contro le doppie imposizioni sul modello adottato dai paesi Ocse».
Da qui la richiesta di «convocazione immediata del tavolo interministeriale costituito e introdotto dalla legge numero 83 del 2023». In attesa di essere convocate le organizzazioni sindacali annunciano l'avvio di una «verifica di legittimità della norma introdotta dalla legge di bilancio del 2024» e la convocazione di «assemblee dei lavoratori frontalieri nelle aeree di confine».