Dicembre peggio di qualsiasi altro mese, per l’EOC, in termini di visite per abuso alcolico. È tempo di puntare sul Dry January?
BELLINZONA - È stato un dicembre all’insegna delle ubriacature, quello ticinese. Il personale di pronto soccorso dell’Ente ospedaliero cantonale ha infatti visitato ben 74 persone per abuso alcolico. Decisamente di più che in qualsiasi altro mese del 2023 (febbraio, complici i bagordi carnascialeschi, è risultato secondo con 66 visite).
Intanto la popolarità del Dry January, iniziativa nata nel Regno Unito che spinge ad astenersi dall’alcol per l’intero mese di gennaio, sta prendendo sempre più piede anche in Svizzera.
«Dannose anche piccole quantità» - «Penso che l’idea sia buona», dice a Tio/20Minuti Andrea De Gottardi, primario di Gastroenterologia ed Epatologia all’EOC. «Negli ultimi anni sono stati pubblicati dei dati che dimostrano che anche il consumo di piccole quantità di alcol è nocivo, in particolare per quanto riguarda l’insorgere di tumori come quelli dell’intestino, del fegato o del pancreas. Da questo punto di vista il Dry January sensibilizza e fa pensare le persone». Certo, sottolinea, «qualcuno potrebbe usare la campagna come scusa per esagerare con l’alcol durante il resto dell’anno, ma penso che i vantaggi superino i rischi».
Per quanto concerne chi ha una vera e propria dipendenza dall’alcol occorre però maggiore prudenza: «Queste persone non possono partecipare al Dry January senza essere seguite da dei professionisti», tiene a sottolineare il medico.
Binge drinking - «Molto spesso in momenti come quelli delle festività i consumi di alcol aumentano», commenta dal canto suo Marco Coppola, vicedirettore di Radix Svizzera Italiana, associazione che si occupa di prevenzione delle dipendenze. «È inoltre cresciuto, negli ultimi anni e soprattutto tra i giovani, il fenomeno del binge drinking, ovvero il consumo smodato di alcol messo in atto in singole occasioni e volto specificatamente all’ubriacatura».
Dubbi e potenziali rischi - Per quanto riguarda il Dry January, Radix si dimostra però un po’ reticente. «Servirebbero più studi scientifici per meglio valutare questo genere di iniziativa. Attualmente quelli esistenti ci dicono due cose: la sospensione dal consumo di alcol per un determinato periodo può avere un effetto positivo su chi non ha un consumo problematico, mentre può avere effetti negativi su chi di fatto ha già un problema con l’alcol. In quest’ultimo caso si possono manifestare sintomi di astinenza, un eventuale insuccesso può avere conseguenze negative dal punto di vista psicologico e c’è il rischio che la persona si lasci andare ad abbuffate alcoliche».
Per questo, evidenzia Coppola, «la prevenzione del consumo eccessivo di alcol va fatta su tutto l’anno. L’opzione migliore resta una maggiore consapevolezza dei rischi e la promozione di stili di vita sani sul lungo termine».