La testimonianza di Jonas, ex tossicodipendente rivela una realtà preoccupante. «Tra 50 e 80 drogati nel parco Ciani. Serve uno spazio»
LUGANO - Dopo l'allarme lanciato mercoledì scorso da chi opera in prima fila nel mondo della prevenzione contro le tossicodipendenze, che denunciavano un aumento del consumo di cocaina e il crollo dei prezzi del crack in Ticino, arriva oggi il racconto di Jonas, un ragazzo che conosce molto bene la piazza dello spaccio di Lugano. Viveva nella Svizzera tedesca e faceva uso di stupefacenti, e ad un certo punto ha deciso di trasferirsi a Lugano per allontanarsi da quel mondo. Ma una volta qui in Ticino ha conosciuto una realtà a tratti peggiore rispetto a quella che aveva lasciato. La sua testimonianza fa parte di un reportage realizzato dal portale di 20 Minuten, in cui racconta in che condizioni è attualmente il fenomeno droga a Lugano. «Qui la scena è sporca, peggio che a Zurigo. È qualcosa di indescrivibile - si sfoga - c'è più droga in circolazione e la sostanza è nettamente più pura».
Jonas, che da diverse settimane si è lasciato alle spalle la tossicodipendenza, racconta che la maggior parte della roba arriva solitamente dall'Italia, attraverso i boschi al confine con il Ticino. «Riuscire a ottenere un po' di cocaina in questi boschi è facile come fare la spesa alla Migros. C'è un uomo che viene a Lugano una o due volte al mese per reclutare persone. Le porta oltre il confine, nei boschi e le riporta in Svizzera». Gli stupefacenti circolano poi in città, e i luoghi deputati sono il parco Ciani e le scale del parcheggio sotterraneo del Palazzo dei Congressi. «La droga più diffusa è la cocaina, la comunità di drogati che quotidianamente bazzica nel parco è tra le 50 e le 80 unità. Ho visto scene come 3 chili di eroina in un busta di plastica, o un chilo di cocaina e un chilo di hascisc».
Chi ne fa uso parla in codice. Parole come eroina o cocaina non vengono mai pronunciate. Si preferisce parlare di latte o di caffè. «Il caffè è scuro e indica l'eroina, mentre il latte sta per la cocaina».
Sia la dogana svizzera che la polizia cantonale ticinese sono a conoscenza del fenomeno e hanno relativizzato il problema parlando di casi isolati. Di tutt'altra opinione invece il fronte italiano, dove il Comandante dei carabinieri di Luino, Vincenzo Piazza, ha illustrato una situazione tutt'altro che rassicurante. «Un terzo degli acquisti di droga vengono fatti dagli svizzeri, spesso si paga direttamente in franchi. Per uno svizzero il mercato italiano è decisamente più conveniente». I "cacciatori" si aggirano in una zona collinare boscosa dove sono già stati arrestati diversi spacciatori. «A volte troviamo anche armi. Per noi è un rischio, dobbiamo essere molto vigili» racconta Vincenzo Piazza.
Il comandante provinciale Marco Gagliardo ha dichiarato che solo nel 2023 decine di svizzeri hanno acquistato droga nei boschi della provincia: «Le nostre attività si svolgono principalmente nella zona di Luino, ma anche a Varese e Saronno». Gli spacciatori sono ben organizzati: «Si presume che ogni giorno siano coinvolte nelle attività fino a 50 persone». Anche Gagliardo conferma che la cocaina è in aumento: «Attualmente è la droga più venduta, purtroppo anche ai giovani».
Tornando a Lugano, Jonas pone l'accento sul fatto che anche le autorità locali devono fare la loro parte. «Nessuno sta facendo nulla, e questo è un male. I tossicodipendenti stanno tutto il giorno nel parco, seduti sotto gli alberi, sono sporchi. La città di Lugano dovrebbe mettere a disposizione una spazio per il consumo di droga».