Diversi gli accademici di spicco presenti al momento di confronto intellettuale e politico
LUGANO - Su invito dell’Istituto di Marxismo dell’Accademia Cinese delle Scienze Sociali (CASS), il Partito Comunista ticinese ha partecipato al 13° World Socialism Forum a Pechino e a due altre conferenze accademiche collaterali nelle città di Jinan e di Suzhou, nella Repubblica Popolare Cinese.
A rappresentare la Svizzera era Rudi Alves, di formazione sociologo, membro del Comitato Centrale del Partito Comunista ed ex-coordinatore del Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA).
Oltre ad accademici cinesi come il prof. Chen Zhigang, vice-presidente dell’Istituto di Marxismo della CASS, erano presenti anche intellettuali marxisti come l’argentino Atilio Boron, già vice-rettore dell’Università di Buenos Aires e il filosofo italiano Vladimiro Giacché.
«Si tratta per noi, come comunisti svizzeri, di momenti arricchenti, di confronto intellettuale e politico, che mettiamo a disposizione dei nostri militanti più giovani affinché sviluppino competenze analitiche discutendo non solo con chi in Cina è impegnato nell’opera di modernizzazione del socialismo, ma anche con i maggiori studiosi del pensiero marxista e i vertici dei partiti comunisti con responsabilità istituzionali, fra cui José Luis Centella, presidente del Partito Comunista di Spagna (PCE) e Norman Shushu, membro del Comitato Centrale del Partito Comunista Sudafricano (SACP), entrambi partiti membri delle coalizioni di governo dei rispettivi paesi», si legge in una nota stampa inviata dallo stesso partito.
Il 13° World Socialism Forum ha mostrato non solo l’impegno da parte del Partito Comunista Cinese di favorire il rinnovamento del marxismo nella nuova fase storica caratterizzata dal multipolarismo, ma anche «l’interesse di sempre più accademici occidentali nel voler da un lato superare l’omologazione culturale che si respira oggi nelle università europee ed americane egemonizzate dal pensiero neoclassico in economia e da quello post-moderno e “liberal” nelle scienze sociali, e dall'altro favorire un maggiore pluralismo anche negli approcci metodologici e di ricerca».