In futuro nuovi "test a sorpresa" presso i rivenditori. Ma fanno davvero male? L'esperto: «Non conosciamo gli effetti a lungo termine»
LUGANO - Se un 17enne può essere confuso con un maggiorenne, uno di 13 anni... «sicuramente non somiglia a un 18enne». Insomma, se di 112 punti vendita situati in prossimità di 21 scuole medie il 25% vende ancora sigarette elettroniche a minorenni, non è per una svista. Anche perché, come sottolinea la dr.ssa Martine Bouvier Gallacchi parlando del deludente esito del test condotto dal Dipartimento sanità e socialità (DSS) in collaborazione con Radix Svizzera Italiana, «i giovani acquirenti non potevano celare la loro età e indurre all'errore».
A sei mesi dall’entrata in vigore della modifica della legge che vieta in Ticino la vendita di sigarette elettroniche e prodotti simili ai minori, il messaggio non è ancora passato. «Nonostante la vasta campagna d'informazione», ci tiene a precisare la dottoressa. E nonostante questa legge sia arrivata proprio in risposta a chi sosteneva che avrebbe continuato la vendita ai minori senza una precisa normativa. «Ora la normativa c'è. Pertanto ricordiamo l’obbligo di controllare l'età di chi si presenta per comprare questi prodotti, chiedendo un documento. In questo modo chi ne ha il dovere si sarà preso le proprie responsabilità. Non possiamo chiedere ai ragazzi di essere più ragionevoli degli adulti», sottolinea Bouvier Gallacchi.
Per ora si è trattato di un test, al quale ne seguiranno altri. «Ne rifaremo. E se continueranno ad esserci dei problemi arriveranno le sanzioni. La legge federale sul tabacco che dovrebbe entrare in vigore quest’anno ne definirà il quadro normativo».
«Non una porta d’accesso al tabagismo, ma non ne conosciamo ancora i rischi»
Sulla promozione e la diffusione di queste e-cig (tra i giovani vanno per la maggiore le coloratissime Puff Bar) Jacques-Philippe Blanc, specialista in medicina interna e responsabile scientifico del CAS in tabaccologia, invita alla prudenza: «Ricordiamoci che contengono nicotina, una sostanza che dà dipendenza».
Parlando di rischi, invece, le cose cambiano. «Negli Stati Uniti c'è il timore che possano essere l'anticamera del tabagismo. Forse non è così. Ma la posizione ufficiale del Cantone è quella di non voler promuovere questa tipologia di prodotti». Diverso è se la sigaretta elettronica diventa il mezzo per allontanarsi dal tabacco: «In quel caso può essere uno strumento utile ed efficace».
Per quel che riguarda i rischi inerenti all'uso della sigaretta elettronica il problema, fa notare l’esperto, potrebbe sorgere con la presenza di metalli pesanti nei liquidi vaporizzati. «Inoltre queste sigarette possono risultare irritanti per chi soffre d'asma, nonostante non siano paragonabili alla sigaretta tradizionale o a quelle che scaldano tabacco e con le quali si inalano numerose sostanze cancerogene».
Dunque non fanno male? «Non possiamo dirlo. Anche perché non conosciamo ancora i rischi a lungo termine».