L’esperto: «I risparmi vanno gestiti con cautela» e per rendimenti maggiori c’è il «risparmio vincolato». Le scelte della BNS.
Tassi di interesse azzerati sui conti correnti. Cerchiamo di capirne di più, chiedendoci quali sono le prospettive e se è giusto paragonare quanto avviene in Ticino con quanto accade oltreconfine. In un contesto globale dove, nell'era dei tassi zero, la competizione tra banche si è concentrata soprattutto sulle spese di gestione dei conti.
«Difendere l'export»
«Da un punto di vista macroeconomico stiamo rientrando in una situazione di normalità sul piano dei tassi d’interesse. Ricordo che nel 2015 la Banca Nazionale Svizzera (BNS) aveva deciso di frenare la forza del franco svizzero per difendere gli interessi della nostra industria d’esportazione».
Sono le parole di Franco Citterio, direttore dell’Associazione Bancaria Ticinese, con il quale cerchiamo di approfondire cosa ci sia dietro i tassi di interesse che le banche riconoscono ai loro clienti e che, in Svizzera, sui conti privati base (non vincolati), sono ancora mediamente pari a zero.
Ed è proprio dalle decisioni della banca centrale, a tutela dell’export elvetico, che si deve partire per capire quello che poi gli istituti offrono ai risparmiatori, conseguenza delle scelte di politica monetaria.
«Gli strumenti a disposizione, in questi anni sono stati due: acquistare valuta estera contro franchi e introdurre i tassi d’interesse negativi sugli averi delle banche commerciali presso la BNS - continua Citterio - Questa difesa è stata pagante dal punto di vista commerciale ma ha anche avuto una serie di effetti collaterali, tra i quali i tassi d’interessi azzerati per la clientela delle banche e addirittura negativi per le banche, che per anni hanno addirittura dovuto pagare la BNS per tenere la propria liquidità. Ora la situazione si sta come detto normalizzando e anche i tassi d’interesse sugli averi a vista stanno lentamente tornando».
Alcuni risparmiatori ticinesi che, per piccole spese oltreconfine hanno dei conti in Italia (remunerazione media pari allo 0,40%, Fonte Abi - Agosto 2023), a fine anno si sono visti accreditare proventi dovuti a interessi attivi, si chiedono perché alcune banche italiane attuano già tassi positivi su conti correnti base non vincolati?
«La situazione su euro e dollaro è molto differente e non è comparabile con quella sui franchi. Inoltre, in Europa e negli Stati Uniti l’inflazione è maggiore».
La BNS a dicembre ha lasciato invariato il tasso guida sul franco, che è fermo all'1.75% e sembrano esclusi futuri aumenti, anzi per la primavera c'è chi si attende un taglio al costo del denaro.
«La politica monetaria della BNS ha l’obiettivo primario di tenere sotto controllo l’inflazione e compito della banca centrale è quello di regolare la massa monetaria coerentemente con la crescita economica. L’attuale tasso d’inflazione attorno al 2% sembra ben confermare le scelte operate finora ed è quindi presumibile che, salvo imprevisti, la BNS continuerà l’attuale linea. Naturalmente stiamo parlando di previsioni future e quindi lasciamo agli analisti l’onere di prevedere altri scenari».
A proposito di inflazione, il nostro Paese si è confermato in una certa misura esserne immune, a novembre il paniere dei rincari è sceso (1.4%) ai minimi da due anni e a dicembre si è attestato all'1.7% (Eurozona 2,9%). Qual è il futuro della remunerazione del cash che affidiamo alle nostre banche?
«I risparmi vanno gestiti con cautela e adattati alla situazione contingente. Evidentemente chi ora desidera rendimenti maggiori dovrebbe passare ad un risparmio vincolato, dove i tassi sono leggermente maggiori rispetto agli averi a vista. E poi occorre sempre ricordare che la vera remunerazione deve tener conto del rincaro, che diminuisce il valore del denaro. Quindi dall’interesse nominale deve essere dedotta l’inflazione per ottenere il tasso reale d’interesse».
Se pare impossibile rivivere il "ben godi" degli anni '90, con tassi anche superiori al 5%, si potrà tornare ad avere interessi che non siano solo decimali?
«Io spero ardentemente di non tornare a quei tempi, che non erano del "bengodi" ma che rispecchiavano le condizioni di una crisi immobiliare catastrofica, che in Svizzera ha causato decine di miliardi di perdite. L’inflazione era ai massimi e l’aumento dei tassi d’interesse provocò lo scoppio della bolla immobiliare, con tutti i suoi effetti negativi. Anche chi riceveva lauti compensi sui conti risparmio doveva rendersi conto che il tasso reale, cioè dedotta l’inflazione, era comunque molto contenuto».
In un regime di concorrenza, da risparmiatori, è lecito guardarsi attorno.
«Il gioco della concorrenza per fortuna funziona e le numerose banche in Svizzera operano in un mercato molto competitivo. Lo stesso Presidente della BNS ha dichiarato nelle scorse settimane che se un cliente non è soddisfatto della propria banca può sempre fare confronti ed eventualmente cambiare istituto».