Gli esercenti: «Si trascurano i commercianti locali»
LUGANO - «Il Commercio al dettaglio ticinese non condivide in nessun modo la risposta del Consiglio di Stato alla procedura di consultazione del Dipartimento federale delle finanze. Ci aspettavamo una presa di posizione chiara e definita. Invece l'analisi tiene unicamente conto degli interessi dei consumatori che acquistano oltre confine, trascurando quelli dei commercianti locali, che non devono sopportare solo le conseguenze dell’aumento del costo della vita e della situazione stagnante dei redditi».
Federcommercio critica il governo ticinese, riferendosi a una lettera inviata dal Consiglio di Stato al Dipartimento federale delle finanze dove venivano espresse delle valutazioni sul dimezzamento del limite di esenzione dell'Iva da 300 a 150 franchi.
«In un periodo caratterizzato dall’inflazione e dal franco forte - scrivono in una nota - il nostro settore auspicava che il Consiglio di Stato mirasse a proteggere l'economia ticinese e chi sceglie di acquistare in loco e non ad incentivare gli acquisti oltre frontiera, già sufficientemente incoraggiati dal Parlamento italiano. Occorre infatti rammentare - ricordano - che dal 1° febbraio 2024 i ticinesi che acquisteranno oltre frontiera potranno ottenere un rimborso dell'IVA italiana già a partire da uno scontrino unico di EURO 70.01 (contro la precedente soglia minima di EURO 154,94) sull'acquisto di beni a uso personale. La misura, che ha il chiaro intento di sostenere la ripresa del settore turistico italiano, va però a discapito dell’economica ticinese».
Insomma, i commercianti ritengono che il Cds non abbia preso troppo le parti dei dettaglianti locali e sottolineano che il commercio cantonale sta attraversando una crisi che si protrae da anni: inoltre, la continua erosione delle cifre d'affari «mette fortemente a repentaglio la sopravvivenza di molte aziende e il conseguente mantenimento dei posti di lavoro che esse generano».
A fronte di questa preoccupante prospettiva, Federcommercio «si sarebbe aspettata tutt’altra tutela da parte del Consiglio di Stato, principalmente a favore del tessuto economico locale, assicurato dal commercio al dettaglio. Allo scopo di proteggere e rafforzare gli acquisti alle nostre latitudini e contrastare l’impatto delle politiche estere, Fedecommercio è pertanto nettamente favorevole alla modifica dell'ordinanza messa in consultazione dal Dipartimento federale delle finanze, che prevede la riduzione della soglia di esenzione d'imposta per beni acquistati all'estero in piccola quantità, di valore minimo o il cui ammontare d'imposta è irrilevante, dagli attuali CHF 300.00 a CHF 150.00».
Rilevano che «appare incomprensibile il nostro mancato coinvolgimento preventivo in merito a una tematica molto importante e delicata, Federcommercio si aspetta dal Consiglio di Stato una chiara presa di posizione in favore del settore del commercio al dettaglio a salvaguardia delle sue aziende e dei numerosi posti di lavoro che esso garantisce».