Beltrami: «Non siamo New York». Nacaroglu: «Totalmente inattuabile». Beretta Piccoli: «Se la politica è pronta, si può»
LUGANO - Lugano come Milano, con tanto di contrassegno a pagamento per potervi accedere se non si è residenti. Il costo? Un franco per chi arriva dai paesi limitrofi, due se si è residenti in Ticino, cinque se si arriva da fuori cantone o dall'estero. La proposta, avanzata al Municipio da Sara Beretta Piccoli (Indipendente) tramite una mozione, non ha mancato di suscitare perplessità, nonostante sia stata esplicitata la volontà di definire fasce orarie di libero accesso nell'ottica di non penalizzare le attività commerciali e/o di ristorazione.
«Penso di interpretare il pensiero comune dicendo che sarebbe un'ulteriore mazzata per la ristorazione e per i commerci», è il commento a caldo di Gabriele Beltrami, direttore di GastroTicino. «Vedo che si parla di fasce orarie e categorie, ma credo che il regolamento sarebbe complicato già per un residente, figuriamoci per il turista di giornata che vuole fare un giro per la Città e fermarsi a mangiare qualcosa», aggiunge. «Non siamo Milano o New York, con milioni di abitanti. Lo sappiamo che a Lugano il traffico costituisce un problema, ma pensare di risolverlo con un sistema simile non è la soluzione. Il pedaggio costituirebbe soltanto un deterrente per il turista di giornata», conclude.
Dello stesso parere il presidente dei commercianti di Lugano, Rupen Nacaroglu: «Mi sembra più che altro una provocazione. La proposta è totalmente inattuabile se non addirittura nefasta laddove si pensasse davvero di applicarla». «Il problema del traffico a Lugano è lì da vedere, ma una soluzione così restrittiva evidentemente danneggerebbe non solo i commerci e tutte le attività economiche ma in generale la vita della Città. Una strada va sicuramente presa, ma non può essere questa», aggiunge.
Si tratta davvero di una provocazione? «No, se la politica è pronta io credo che sia davvero fattibile», replica Beretta Piccoli. «Proprio ieri sera - ci spiega - ho partecipato a una conferenza organizzata dal quartiere Lugano Centro-Loreto incentrata sulla questione del traffico. Si è arrivati alla conclusione che sarebbero necessarie zone a traffico limitato o zone a pagamento. La mia era un'idea già pronta e da anni nel cassetto. Ho pensato che fosse arrivato il momento di tirarla fuori».