L'ex sindaco di Massagno Giovanni Bruschetti rompe il silenzio sul caso del quadro che gli ha di fatto chiuso la carriera politica.
MASSAGNO - Massagno da ieri ha un nuovo sindaco. Simona Rusconi sarà infatti la prima donna a ricoprire una carica che il suo predecessore - Giovanni Bruschetti - ha dovuto abbandonare dopo tanti anni per l'affare dei quadri (vedi box). Un affare che ha di fatto costretto l'allora sindaco a chiedere la sua sospensione all'autorità cantonale di vigilanza dopo che il Ministero pubblico aveva promosso un procedimento penale nei suoi confronti per truffa e amministrazione infedele.
Ora che il Comune ha voltato pagina eleggendo la sua sostituta, Bruschetti torna sulla vicenda che gli ha di fatto chiuso la carriera politica. «Non ho mai agito con lo scopo di trarre un vantaggio personale a scapito di quello del Comune di Massagno - esordisce l'ex sindaco - e ne dà atto il decreto di accusa emanato nei miei confronti».
Bruschetti si dice sollevato: « Per trentadue anni ho dato al mio Comune impegno, energia, passione e dedizione, contraccambiate dalla rinnovata fiducia che ho raccolto dai cittadini a ogni scadenza di mandato, e mi rivoltava sentirmi accusato di aver agito da principio con la volontà di svantaggiare Massagno per far prevalere il mio personale intesse. Tuttavia ho commesso degli errori».
Il suo errore principale, ammette Bruschetti, è quello di «aver voluto contrattare un quadro per me», nel contesto dell’acquisto di un dipinto per il Municipio su esplicita richiesta del segretario comunale, con cui omaggiare un dipendente di lungo corso.
«Così facendo - continua l'ex sindaco - mi sono ritrovato nei fatti ad affiancare all’interesse pubblico, da garantire con la mia funzione di sindaco, il mio interesse privato, creando un oggettivo potenziale conflitto di interessi e dunque una situazione equivoca. Ciò avrebbe imposto particolare prudenza e cautela, che invece non ho avute, accettando di correre il rischio, poi concretizzatosi, che per autonoma sua iniziativa il venditore, per favorirmi, caricasse sul quadro per il Comune lo sconto praticato su quello a me destinato, per 400 franchi».
E così Bruschetti si è messo in una brutta situazione. «Mi sono venuto a trovare nelle condizioni di constatare che per quella cifra avevo commesso un reato, per “dolo eventuale”, a detrimento del Comune di Massagno, che mai avrei voluto compiere, né pensavo di aver compiuto. Pago il mio errore con il decreto di accusa, ma soprattutto l’ho pagato facendomi subito da parte, ancora una volta in nome del prevalente interesse del Comune, a cui debbo la mia riconoscenza, e che ho sempre servito al meglio delle mie possibilità».
La vicenda - La vicenda trae origine, secondo l'accusa, dall’acquisto per 3'500 franchi di un’opera d’arte con cui il Comune ha poi omaggiato un dipendente dirigente che lasciava le sue funzioni dopo molti anni di servizio. Il Sindaco, in quella circostanza, avrebbe fatto caricare sul prezzo un importo di 400 franchi per ottenere uno sconto equivalente per un altro quadro che aveva parallelamente acquistato a titolo privato.