Voleva rimettersi in gioco con un lavoro a provvigione. Ma per mesi nessuno l'avrebbe pagato. Il dramma lavorativo di un 35enne.
LOCARNO - Pensava di rimettersi in gioco con quell’impiego come consulente finanziario che prevede un salario a provvigione. Ma alla fine un 35enne del Locarnese è stato "costretto" a rassegnare le dimissioni perché nel trimestre di formazione non avrebbe percepito nulla. «Né dal nuovo datore di lavoro, né dalla disoccupazione».
Cosa è successo – A metà novembre il 35enne firma un contratto come consulente finanziario. «Con l'obbiettivo di iniziare a febbraio 2024 la formazione di base della durata di circa 3 mesi. Pochi giorni dopo la Cassa Unia mi comunica che per via del tipo di contratto a provvigione deve, secondo la legge, applicarmi una decurtazione delle indennità pari a 3'360 franchi. Misura che nel mio caso si traduce nel non percepire più alcun salario mensile visto che durante il periodo di formazione l’azienda non mi avrebbe pagato».
«Sforzi vani» – Il 35enne continuerà a insistere presso la cassa Unia. Chiede di valutare nello specifico il suo contratto. «Da informazioni ricevute dal datore di lavoro quel tipo di contratto viene di norma accettato dalle varie casse di disoccupazione a livello svizzero. Senza che vengano applicate decurtazioni delle indennità. Tutto però è stato vano. La cassa Unia non ha cambiato la sua posizione».
Frustrazione – E così si arriva al paradosso. «Vista la situazione per non perdere giorni di indennità il 20 dicembre mi sono visto "costretto" a consegnare le dimissioni con effetto immediato al mio nuovo datore di lavoro. Dal 21 dicembre ho ripreso a ottenere le indennità di disoccupazione. Mi sento frustrato: se tutto fosse andato liscio ad aprile sarei stato fuori dal tunnel della disoccupazione».
«Sono incredulo» – In sintesi: il 35enne perde il lavoro con cui pensava di ritornare in pista ed è di nuovo alla ricerca di un impiego. «Sono incredulo. Capisco la necessità di proteggere i lavoratori da situazioni sconvenienti, Ma d'altra parte mettere degli ostacoli troppo rigidi che ostruiscano la possibilità di poter quantomeno provare una nuova professione lascia un po' l'amaro in bocca».
La replica della cassa UNIA – Mauro Spadafora, responsabile del Centro di competenze e Supporto specializzato della cassa di disoccupazione UNIA, non ci sta a vestire i panni dei boia. Interpellato da tio.ch, spiega: «La cassa ha applicato la legge. E la legge la fa il legislatore. Non solo i lavoratori a provvigione sono penalizzati, ma anche coloro che accettano un salario inferiore agli usi professionali e locali. L’intento di queste disposizioni è quello di evitare il dumping salariale».
«Manca una minima sicurezza» – Ma non è paradossale che una persona per percepire qualcosa sia stata costretta a tornare in disoccupazione? Spadafora replica: «Ci si potrebbe chiedere se non è paradossale che un datore di lavoro non preveda un salario minimo fisso che permetta al dipendente di avere una minima sicurezza economica. Dal profilo dell’assicurazione contro la disoccupazione l’attività svolta presso questa ditta di consulenza finanziaria non è ritenuta adeguata».