La Rete per la difesa delle pensioni polemizza anche con i sindacati: «Hanno riaperto le trattative senza coinvolgerci».
BELLINZONA - «Diritto al carovita nel 2024 e nella misura dell’1,4%, rifiuto della proposta di 400 franchi una tantum e ritiro della proposta di non sostituire il 20% del personale partente». Sono le rivendicazioni «chiare e precise» attorno cui, secondo Erredipi, il 29 febbraio un numero «estremamente importante di dipendenti pubblici, docenti, operatori socio sanitari e cittadini» hanno partecipato allo sciopero e alla giornata di mobilitazione indetta dai sindacati con la collaborazione della rete.
Oggi le strade di Erredipi e di VPOD e OCST sembrano dividersi. «Ieri i sindacati hanno scritto al Consiglio di Stato senza coinvolgerci - commenta Erredipi - la missiva non è, secondo noi, fedele alle rivendicazioni attorno alle quali queste organizzazioni hanno chiamato a raccolta e allo sciopero migliaia di persone. Sorvoliamo sui toni: battaglieri in piazza, sommessi nella missiva inviata».
Da qui, la decisione di scrivere anche loro al Governo: «Chiediamo di riaprire le trattative a partire dalle rivendicazioni dei manifestanti. E per chiedere di partecipare in rappresentanza di chi non ritiene giusto accettare (e addirittura proporre) di rinunciare alla compensazione del carovita per l’anno 2024 e 2025».
Inoltre, la rete convoca «un’assemblea generale il 20 marzo alle 20 alla scuola media 1 di Bellinzona. Il comitato proporrà di mantenere le rivendicazioni e discutere le forme di una seconda giornata di mobilitazione da tenere nella seconda metà di aprile". L'iniziativa sarà anticipata da una consultazione online «tra tutto il personale dell’amministrazione cantonale».