La nuova Deirezione della Varini di Orselina eredita una situzione finaziaria pesante frutto di una gestione non propriamente oculata.
ORSELINA - Fari puntati sui conti da profondo rosso della Clinica Varini di Orselina: 3,3 milioni di franchi di perdita. Un buco dietro al quale ci sarebbero non solo variabili di mercato, quello sanitario, ma anche una gestione finanziaria "leggera" che - come riferisce laRegione - sarebbe stata condita da «pranzi, cene, regali, favoritismi, inventari di medicamenti non fatti, prestazioni e medicamenti non fatturati».
Ma se negli scorsi anni la direzione precedente a quella precedente aveva attinto ai risparmi, ora l'attuale management - in carica da ottobre - assieme al Consiglio di Fondazione sta cercando il risanamento della situazione ereditata. A partire dalla cura dei pazienti che, va detto, non avrebbe in alcun modo risentito delle "leggerezze" di bilancio, visto che non risulterebbero segnalazioni in tal senso.
La riunione con il personale - Nel corso di un incontro con gli oltre 160 impiegati, Martin Hilfiker rappresentante della nuova Direzione oltre che responsabile delle cure ad interim, ha spiegato nei dettagli perché il precedente management ha portato al buco milionario, con l'avvertimento che la mancanza di un cambio di rotta, nel giro di tre anni avrebbe potuto palesarsi in un rischio concreto di fallimento.
E - come se non bastasse - alla nuova Direzione la contabilità precedente aveva fatto credere che tutto fosse "a posto", realtà che poi, in poco tempo, è emersa nella sua reale drammaticità. A cominciare dalle assenze dal lavoro: lo scorso anno 33 dipendenti (su 165) avrebbero raggiunto almeno 4 settimane ciascuno. Incidenza del 20% che si allontana di almeno 15 punti percentuali dalla soglia ritenuta accettabile.
Personale che - peraltro - andrà in parte assottigliandosi con l'uscita di otto collaboratori a marzo e con il non rinnovo di alcuni contratti a termine in scadenza.
Quanto invece alle presunte "spese pazze" della precedente gestione, Giorgio Pellanda del Consiglio di Fondazione ha precisato che «quelle denunciate dal nuovo direttore riguarderebbero i conti del 2023, non ancora revisionati, né approvati. Sarà il revisore esterno a verificare con un mandato specifico quale sia la portata delle spese ingiustificate».
Si guarda avanti - Ma al netto delle «preoccupazioni» circa «tariffe e contributi cantonali» non sufficienti a «coprire i costi della clinica» e a quelle relative al possibile peggioramento della liquidità dettato dagli «imminenti provvedimenti di riequilibrio finanziario del Cantone per il 2024 e il 2025», Direzione e Consiglio di Fondazione guardano avanti con una nuova strategia di risanamento.
Che, spiega Pellanda, «dovrebbe consolidare l’attività della Clinica, grazie a una maggiore efficienza gestionale» e il tutto «mantenendo un’elevata qualità delle prestazioni, a costi più sostenibili».