Pasqua bagnatissima. Cosa fa chi ci visita? Lo sfogo di Lorenzo Pianezzi, ex presidente di hotelleriesuisse Ticino: «Servono investimenti».
LUGANO - «Parliamo di destagionalizzazione, ma siamo ancora lì a puntare sul bel tempo. E quando arriva una Pasqua così piovosa, non sappiamo cosa offrire a chi ci visita». Lorenzo Pianezzi, ex presidente di hotelleriesuisse Ticino, non ci sta a prendersela col meteo, coi media d'oltre Gottardo o con la Pasqua bassa. La sua è un'analisi critica. E parte dalla sua situazione personale, nel suo hotel di Lugano. «Mai vista una Pasqua così. Ho 10 camere prenotate su 43 disponibili».
«Mancano animazioni indoor» – Pianezzi elenca tutte le possibili attrazioni del Ticino quando c'è la pioggia. Dallo Splash&Spa di Rivera ai Termali Salini di Locarno. Dai musei alle mostre, passando per l'offerta del centro LAC di Lugano. «Ma la verità è che ci mancano animazioni indoor. Si investe troppo poco su questo ramo. E i privati si devono rendere conto che c'è una nicchia di mercato del genere. Ogni idea è benvenuta. Non sto dando la colpa a nessuno. Anche noi albergatori forse dovremmo fare di più».
«Campanello d'allarme» – Poi cita una cifra. «Il Ticino turistico lo scorso anno ha perso 100'000 pernottamenti tra maggio e ottobre. È un campanello d'allarme che va preso sul serio. Non si può dire sempre che va tutto bene. Purtroppo non siamo capaci di leggere dei segnali importanti. Cosa abbiamo fatto nel frattempo per essere attrattivi sempre e comunque? Poco».
«Progettualità» – La parola d'ordine è sempre destagionalizzazione. «Ma non la si vuole veramente. Appena è bel tempo tutti se ne dimenticano. Non c'è sufficiente progettualità. Ora la Pasqua andrà come andrà. E anche gennaio e febbraio sono andati così così. Forse è arrivato il momento di cambiare strategie».
«Facciamo trovare qualcosa alla gente anche quando piove» – A tal proposito Pianezzi estrae dal cilindro un altro numero. «Investiamo troppo poco sul mercato americano. Eppure gli americani nella vicina Como spopolano. E anche a Lugano rappresentano il terzo mercato. Il Ticino turistico negli USA investe 150'000 franchi all'anno. Gli americani hanno i mezzi economici per permettersi una vacanza da noi. Cerchiamo di fare di più. E poi però bisogna fargli trovare qualcosa. Anche quando piove. Esposizioni e bagni termali vanno benissimo. Ma serve anche altro».