La chiusura dell'attività era stata imposta da Cantone e Municipio. Il motivo: un problema con il piano regolatore.
MEDEGLIA - Non si arrende nella sua battaglia Cristina Flury, proprietaria de Il Paradiso dei cani di Medeglia, pensione dedicata agli amici a quattro zampe che circa un anno fa ha dovuto chiudere la sua attività, per una questione legata al Piano regolatore (Pr) e alle lamentele giunte in Municipio da parte di alcuni confinanti. Lo fa attraverso due petizioni, una disponibile presso il municipio di Monteceneri e l’altra su una piattaforma digitale. Diverse le firme fino a ora raccolte, rispettivamente circa 200 e oltre 2200. «Noi non ci arrendiamo», dice a tio/20 Minuti.
Il problema de Il Paradiso dei cani nasce poiché è ubicato «al di fuori della zona edificabile», spiega Pietro Solcà, sindaco di Monteceneri. L'area comprende una struttura di 57 metri quadrati e un territorio di circa 2500 mq, in gran parte forestale e in parte agricolo, stando al Pr, quindi in contrasto con qualsiasi attività economica. «La competenza decisionale - prosegue il sindaco di Monteceneri - è attribuita all'Autorità cantonale». E aggiunge: «L’attività non è mai stata autorizzata e nell’ambito dell’imposta procedura edilizia a posteriori, il Dipartimento del territorio si è opposto alla concessione della licenza edilizia». «Più confinanti hanno poi contestato l’eventuale rilascio del permesso edilizio in sanatoria», per diversi motivi, tra cui il disturbo della quiete pubblica e la presunta violazione dell’Ordinanza sulla protezione degli animali. Il Dipartimento del territorio ha quindi proceduto negando la licenza edilizia a posteriori.
Chiusura immediata dell'attività - Dal canto suo, il Paradiso dei Cani - che è abilitato a ospitare al massimo 19 cani - ha cinque dichiarazioni a suo favore scritte da cittadini di Monteceneri, tra cui una vicina di casa, che attestano l’assenza di rumori molesti. Cristina racconta inoltre che il veterinario cantonale, durante la sua ispezione, aveva «approvato la struttura e verificato il benessere degli animali, richiedendo alcune migliorie, come è giusto che sia», sottolinea. «La Forestale ha riscontrato che il bosco era ben curato». Reclama il fatto che «la richiesta da parte del Cantone per una rilevazione fonica» - per la quale aveva ingaggiato una ditta specializzata di Rivera e che le sarebbe costata 6mila franchi - «è stata osteggiata dal Municipio». Il 31 gennaio dello scorso anno, la polizia si è infatti presentata al suo cancello, imponendole la chiusura immediata dell’attività.
Quante pensioni per cani sono a norma in Ticino? - «Stando alle leggi - prosegue - un’attività cinofila come la mia può trovare spazio solamente nell’area industriale o artigianale, tra rumori, cemento e capannoni». Non solo. Nel nostro cantone sono diverse le pensioni per animali attive, ma di queste - si chiede - «quante sono a norma?». «Non è possibile che chi desidera mettersi in regola con le norme vigenti venga ostacolato in questo modo».
In contrasto con la legge federale - In Ticino, stando ai dati dell’Ufficio del veterinario cantonale, ci sono 34’585 cani. Non è dato però sapere quante pensioni attive siano realmente registrate. Cercando sui motori di ricerca e sui social, si trovano facilmente persone disponibili a ospitare amici a quattro zampe nei luoghi più diversi: in mezzo a una zona industriale, in mezzo al bosco, in un appartamento. Interpellato sulla questione, il Dipartimento del territorio del Cantone Ticino ha messo in chiaro che le attività cinofile non possono essere svolte nella cosiddetta “fuori zona” «poiché in contrasto con la Legge federale sulla pianificazione del territorio». Spetta poi ai Municipi verificare «la compatibilità dell’intervento con la zona di Piano Regolatore e le relative norme che variano da comune a comune». E per quanto concerne la legalità di attività di questo tipo già esistenti, ricorda «che i compiti di polizia edilizia competono, anche in questo caso, ai rispettivi Municipi».
«A Monteceneri è l'unico caso» - Il sindaco di Monteceneri, dal canto suo, sostiene che nel suo territorio, è possibile aprire un’attività di tale portata ma «all’interno della zona edificabile, premesso che sia conforme alla destinazione di zona». E afferma che per quanto riguarda altre attività simili presenti sul suolo comunale «non risulta che altre si trovino nella stessa situazione».
In Ticino non è il primo caso - Il Paradiso dei cani non è però l’unica attività di questo tipo che in Ticino è stata costretta a chiudere i battenti. Un paio di anni fa era giunta alla cronaca la vicenda di Fabio Marinoni che, in possesso di un permesso provvisorio da parte del Comune, era stato sfrattato dal suo campo cinofilo a Barbengo per decisione del Cantone, a seguito di una segnalazione. Anche in questo caso il problema era l’incompatibilità della zona con il piano regolatore, in quanto l’attività era svolta su un terreno agricolo.
«Smantellate tutto» - Nel frattempo, il Tribunale cantonale amministrativo si è espresso sulla questione, dando torto ai proprietari che avevano presentato ricorso contro il diniego decretato dal Municipio di Monteceneri e avallato dal Consiglio di Stato. E al Paradiso dei cani è arrivata un’altra notifica: questa volta l’ordine è di smantellare tutto.