Artificieri, polizia, pompieri, ambulanze. Tutti corrono per una valigia o una borsa che alla fine spesso si rivelano innocue.
Mobilitazioni esagerate? Il tema approfondito con Andrea Cucchiaro, capo dei reparti speciali della Polizia cantonale.
NORANCO - L'ultimo caso si è verificato ad Ascona qualche settimana fa. Oggetto sospetto. Scatta l'allarme. Area blindata. E sul posto interviene mezzo mondo. Dagli artificieri ai pompieri. Spesso l'esito è lo stesso: la borsa o lo zaino abbandonati si rivelano innocui. Potrebbe sembrare un dispiegamento di forze esagerato. Ma è la prassi. Perché nel dubbio e per la sicurezza dei cittadini tutto va verificato alla perfezione. Lo spiega il capitano Andrea Cucchiaro, capo dei reparti speciali della Polizia cantonale.
Cosa deve avere un oggetto per essere definito sospetto?
«Apparire estraneo all’ambiente e al contesto in cui è posizionato. Avere uno spessore o un peso inusuali. Devono destare sospetto pure fili, corde, metallo che fuoriescono dall’oggetto, macchie di unto sulla superficie, rumori che provengono dall’interno nonché odori particolari».
Come scatta l’allarme?
«Di regola gli allarmi scattano attraverso una segnalazione alla Centrale comune d’allarme. Nella maggioranza dei casi la segnalazione giunge da parte della popolazione».
Su suolo ticinese quanti allarmi del genere si verificano in un anno?
«Per quanto riguarda valigie sospette o borse se ne contano circa 5 all’anno».
Quando parte l'allarme, cosa si sospetta di solito?
«Si interviene come se si trattasse di un oggetto esplosivo o incendiario reale. Quindi si mettono in atto tutte le procedure del caso. Gli oggetti che fanno scattare l’allarme di regola sono oggetti depositati o abbandonati in vie pubbliche».
La maggior parte delle volte l'allarme rientra. E la polizia poi capisce da dove arrivano questi oggetti abbandonati e sospetti?
«L’allarme rientra dopo la verifica da parte degli artificieri con le procedure di neutralizzazione e la raccolta di informazioni. Risalire ai "responsabili" è difficoltoso».
Quante e quali persone solitamente si muovono per questo genere di allarme?
«Oltre al gruppo artificieri della polizia cantonale, di regola con tre agenti, intervengono anche agenti della gendarmeria e delle polizie comunali che si occupano del perimetro di sicurezza e delle eventuali deviazioni del traffico. Possono intervenire anche il 144 e i pompieri».
Ci sono occasioni in cui l'allarme sfocia in qualcosa di concreto?
«Gli oggetti sospetti nella maggior parte dei casi si rivelano innocui. Vi sono stati però alcuni episodi in cui siamo intervenuti dopo un'esplosione o dopo un parziale funzionamento. Pensiamo ad esempio ai bancomat o ai danneggiamenti con petardi».
In quei casi come si agisce?
«I reati legati all’uso dell’esplosivo sono di competenza di fedpol. La polizia cantonale può agire su delega. Dopo il primo intervento per la messa in sicurezza, intervengono la Scientifica o il FOR (Forensisches Institut Zürich). Istituto responsabile a livello svizzero delle analisi di tracce recuperate a seguito di un reato con uso di esplosivo».