Tra mobilità elettrica e le complicazioni legislative è sempre più raro incontrarne uno. Qualche affezionato, però, resiste
SAVOSA - C'era una volta il "moz". Si potrebbe dire così guardandosi per strada. Perché del tanto amato ciclomotore, passione tra i giovani a cavallo dei '70 e '90, ormai sono rimasti pochi esemplari. Il genere tira sempre meno, complice (anche) la mobilità elettrica che si sta diffondendo rapidamente. Insomma, il vecchio Sì è stato sostituito da monopattini e biciclette elettriche, sicuramente più eco-sostenibili e tecnologici. Non manca tuttavia qualche buon nostalgico, che il vecchio motorino l'ha ereditato o acquistato per pochi franchi da amici o conoscenti.
L'appeal del vintage - «A oggi il mercato offre la possibilità di acquistare ciclomotori nuovi, ma i giovani continuano a privilegiare quelli di una volta», spiega Mario Grassi, Presidente dell'Auto Moto Club Generoso. «Piace ancora metterci mano, personalizzarli e renderli unici. Diversi partecipano ancora a manifestazioni come la "Motorinata" che organizziamo ormai da anni».
Il declino - Passione sì, ma che sente il peso degli anni. Il mercato è in declino da almeno un ventennio, ammette Claudio Tettamanti, storico venditore del Mendrisiotto: «Agli albori si vendevano circa 200 ciclomotori all'anno, mentre ora quasi più nessuno».
I dati sembrano confermare questa tendenza anche a livello di immatricolazioni (vedi tabella). con il sempre più diffuso interesse verso la mobilità elettrica, che ha intaccato anche il segmento delle due ruote.
Lenti e cari - Ma cosa dicono i diretti interessati? Interpellando gli studenti delle medie di Mendrisio, è emerso è che la gran parte dei ragazzi non desidera più il motorino perché poco prestazionale e troppo caro. I giovani hanno spiegato che con qualche franco in più, al conseguimento dei 15 anni possono permettersi uno scooter, decisamente più veloce e affidabile. Qualche estimatore del vecchio ciclomotore, tuttavia, siamo riusciti a scovarlo.
Leggi e società che cambiano - Sempre secondo Grassi, la recente modifica della legge che permette ai ragazzi di 16 anni di ottenere la patente A1 ha ulteriormente spostato l'interesse dei giovani. «In passato si poteva guidare un motorino già a 13 anni, e sia i ragazzi che le ragazze lo desideravano perché fino ai 18 anni non c'erano altre soluzioni a portata di mano».
Pesa anche la tecnologia, compreso l'uso degli smartphone. «È innegabile che questo dispositivo ci permette di comunicare con chiunque, ovunque ci troviamo. Un tempo il motorino era essenziale per incontrare gli amici. Quindi, oltre a essere un mezzo di trasporto, diventava in un certo senso anche un mezzo di comunicazione per organizzare le uscite e ritrovarsi».
Moto più veloci, sempre più incidenti - Se da un lato c'è un calo di interesse nell'utilizzo dei motorini, dall'altro la propensione ad attendere i 16 anni per prendere, ad esempio, un 125 cc può essere molto controproducente, come afferma Tettamanti. «Sono aumentati gli incidenti che coinvolgono i ragazzi che circolano con queste moto. Manca l'esperienza. Ci vorrebbe più pratica nel traffico quotidiano».