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LUGANOCacciato dalla propria casa: quando l'amore è tossico

07.05.24 - 06:32
L'esperta: «Sono manipolatori. Ecco come riconoscerli e come difendersi»
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Cacciato dalla propria casa: quando l'amore è tossico
L'esperta: «Sono manipolatori. Ecco come riconoscerli e come difendersi»

LUGANO - Solitudine, fragilità, le difficoltà a vivere la propria sessualità in una realtà per certi aspetti ancora provinciale e, soprattutto, tanto bisogno di amare. Gli ingredienti della catastrofe annunciata ci sono tutti nel racconto di E.*, 40enne del Luganese che, tuffatosi in quella che credeva essere una storia d’amore è naufragato, arenandosi, nella più tossica delle relazioni.

«Galeotta fu quella chat», ci racconta. È su Grindr, per l’esattezza nel febbraio del 2016, che ha inizio tutto. I due si incontrano e si piacciono. La differenza di età (A.*, italiano, ha 21 anni all’epoca, anche se inizialmente dice di averne 24), non costituisce un ostacolo e nell’arco di una manciata di giorni E. si ritrova a convivere. 

Quando ci si innamora - chi lo ha provato lo sa bene -, si sente il bisogno di darsi completamente e di offrire tutto quello che si ha. E., in questo senso, è la rappresentazione perfetta di quello stato emotivo. Nel limite di quanto gli è possibile riempie il suo lui d’attenzioni e di piccoli regali. «Pagavo le cene, facevo la spesa, affitto e bollette erano solo a mio carico». C’è poi il telefonino nuovo, gli airpods… Insomma, ad A.* cerca di non far mancare nulla anche se, a ben vedere, qualcosa in quel rapporto avrebbe dovuto già far sorgere qualche dubbio.

L’amore tra i due, infatti, è poco più che platonico. Dopo la prima sera A. non si concede più. Dice che il sesso non gli interessa. «Ma la notte restavamo abbracciati, ci coccolavamo. Mi piaceva e… me lo sono fatto bastare». Il settembre di quell’anno A. perde la madre, un evento drammatico che però sembra diventare un pretesto per stravolgere le carte di quella relazione. «Da lì è cambiato tutto. Ha iniziato a rivolgersi nei miei confronti in modo scontroso, mi dava ordini, non faceva nulla in casa». E le richieste di regali diventano vieppiù insistenti. 

Non solo, A. inizia a sparire, soprattutto nei weekend. Altro campanello d’allarme grande come una casa, ma che E. sceglie di ignorare. Chiude entrambi gli occhi di fronte all’evidenza, anche quando sa che nei fine settimana il suo lui vede altre persone. «Mi diceva che era solo per farsi pagare le cene, farsi fare dei regali. Che non c’era sesso». Anche la famiglia e gli amici di E. iniziano a metterlo in guardia, ma nulla. Il 40enne vive nella negazione, arriva ad annichilirsi pur di mantenere ciò che ha paura di perdere, pur di non ritrovare la temuta solitudine. 

Non cambia niente nemmeno quando il ragazzo inizia a riempire l’appartamento di oggetti, accumula cose, rende invivibile il loro nido d’amore costringendo E. a trasferirsi dalla madre, a dormire su un divano. 

Incredibilmente, questa surreale vicenda va avanti per ben 7 anni, fino a quando E. sceglie di affidarsi a un supporto psicologico e, così, trova il coraggio di dire basta. Grazie a questo aiuto recupera le forze per sbattere fuori quell’inquilino scomodo e per cercare di ricostruire la sua vita, ritrovare un equilibrio. «È stata dura, ancora oggi soffro per quanto accaduto - ammette -. Ma la colpa è solo mia. Per questo mi sento di lanciare un messaggio: ascoltate chi vi sta vicino. Se l’avessi fatto non avrei vissuto questo incubo». E. oggi è single, ma non ha smesso di sognare una relazione sana: «Anche se incontrare qualcuno non è semplice. Lugano non è Milano, di locali non ce ne sono e si vive ancora l’omosessualità come uno stigma, come un qualcosa che va taciuto. Per noi, insomma, è davvero difficile».

Ma come è possibile essere ciechi di fronte a un atteggiamento così tossico? Per la Life Coach e consulente in sessuologia Kathya Bonatti, ciò avviene molto più spesso di quanto si possa pensare.
«Come spiego nel mio libro “Partner manipolatori: guida pratica per smascherarli e vivere felici", le trappole amorose fanno abbassare le difese in nome dell'amore. Le persone che non hanno una forte stima di sé, che hanno paura della solitudine, tendono a proiettare sull'altro quello che in realtà non è».

Quali sono i segnali?
«I manipolatori riescono a identificare i bisogni dell’altro e vanno a nutrirli in modo impeccabile. Ma solo all’inizio, per poi sottrarsi in seguito. È una tipica dinamica manipolatoria: l’altro ha ricevuto quel nutrimento, ha provato quello che tanto desiderava e, ora che viene meno, diventa un mendicante emotivo. Nel caso specifico quel qualcosa era sesso e affetto. In seguito cosa avviene: l’altro si trova a non avere più ciò di cui aveva bisogno e inizia a pensare che sia colpa sua. Comincia allora a dare di più per recuperare ciò che si vede sfuggire».

Come si fa a finire impelagati in queste relazioni?
«Chi si accontenta di vivere senza un aspetto fondamentale come quello della sessualità, vuol dire che non sente di meritarsi un rapporto completo. A volte sono persone che non sono state amate in maniera adeguata dai genitori e che, quando trovano una fonte di nutrimento affettivo, gli si aggrappano. Qui ci sono tutti i segnali di una relazione che non è sana. Il rapporto si deve fondare sul reciproco desiderio e sulla reciproca affettività, su un progetto comune. Il denaro ha un aspetto secondario. Se decidi di frequentare una persona così giovane, devi anche mettere in conto che non potrà avere il tuo stesso potere economico né quando uscite, né con i regali».

Come si fa ad non vedere che il rapporto non è sano?
«Chi cade in questo meccanismo non vuole che gli si rovini la favola. Perché dall’altra parte intravede lo spauracchio della solitudine, del rifiuto. Il fatto di essere omosessuale ha il suo peso: c'è meno possibilità di incontrare qualcuno, per farlo bisogna andare in ambienti specifici e in Ticino, è vero, scarseggiano. Però una persona che ha stima di sé non accetta le briciole. Qui il manipolatore ne ha approfittato al punto da spingerlo ad uscire dalla sua stessa casa».

Come aiutare chi cade vittima di questi manipolatori?
«In situazioni come queste è importante che gli altri facciano da specchio, ma soprattutto è importante un aiuto professionale. Con amici e familiari non si vuole accettare di aver fatto la figura dello stupido, quindi si traveste il fallimento in un grande amore. Sono le persone che ti stanno accanto, allora, a dover rinforzare la tua autostima facendoti capire che meriti di ricevere amore, di stare bene. Ciascuno di noi ha diritto ad avere una relazione reciprocamente rispettosa e nutriente».

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