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Protezione civile, drastico calo di militi: il rischio per le manifestazioni Il Governo, in risposta a un'interrogazione: «Organizzare gli eventi in modo autonomo, così da avere meno bisogno della PC»
BERNA - Oltre 1700 militi di protezione civile in meno entro due anni. La riduzione, riconducibile alla recente modifica legislativa e alla contrazione demografica, rischia di mettere in ginocchio le manifestazioni del territorio: diverse società e associazioni, infatti, fanno capo per i loro eventi (sportivi, ricreativi o di altro genere) ai militi della PC che garantiscono la sicurezza alle diverse manifestazioni.
L'interrogazione al Consiglio di Stato - A fine marzo, un’interrogazione presentata da Fabio Schnellmann insieme con altri deputati PLR poneva una questione all’esecutivo cantonale: «Come si pensa di supportare tutte le società/associazioni che rischiano di non poter più promuovere la loro manifestazione per mancanza di effettivi adibiti alla sicurezza».
La risposta dell'esecutivo - Sul punto ha risposto l’esecutivo cantonale: «L’invito alle società/associazioni - si legge nella nota - è pertanto quello di organizzare gli eventi in modo autonomo, al fine di ridurre al minimo la necessità di ricorrere al supporto della Protezione Civile, la quale, con l'attuazione del nuovo diritto federale, vedrà notevolmente diminuire le proprie risorse».
I numeri - Per quanto riguarda i dati, «la proiezione al 1 gennaio 2026 è di 2582 astretti e volontari di PCi (-1780 rispetto al 31 dicembre 2023). Indipendentemente dalla modifica legislativa, bisogna inoltre ricordare la contrazione demografica delle generazioni a venire, la quale crea un divario incolmabile rispetto agli effettivi annualmente prosciolti».
L'intervento del Governo - Per limitare «l’impatto drastico causato della modifica del diritto federale sulla riduzione dei militi», il Governo è intervenuto «sfruttando, così come alcuni altri Cantoni, la possibilità offerta di prolungare la durata dell’obbligo di servizio per un periodo transitorio massimo di 5 anni, cioè fino al 31 dicembre 2025».
