La sentenza del procuratore Andrea Pagani verrà emessa nei prossimi giorni. Ecco cosa accadde quella notte.
BELLINZONA - È quasi giunta al capolinea una vicenda che, negli ultimi mesi, ha animato il nostro cantone. L'inchiesta sull'incidente che ha coinvolto il consigliere di Stato Norman Gobbi il 14 novembre scorso ad Airolo sembra, secondo quanto anticipato questa sera dalla Rsi, ormai conclusa.
Le indagini avrebbero stabilito con precisione la sequenza degli eventi di quella notte, senza sembrerebbe rilevare favoritismi verso il politico ticinese. Tutto è però ancora da confermare. Ecco cosa è successo in breve. Secondo la ricostruzione fornita dall'emittente di Comano, è stato Gobbi a chiamare la polizia dopo l'incidente. Due sono state le chiamate partite dal cellulare del consigliere di Stato verso la centrale.
Al primo alcoltest, il precursore, Gobbi è risultato con un tasso leggermente superiore ai limiti. E fino a qui, niente di nuovo. Sullo schermo dell'apparecchio usato dagli agenti però sarebbe apparsa la scritta "calibrazione scaduta". Una situazione che ha reso necessario un secondo "soffio", il probatorio, nel quale Gobbi è risultato in regola.
Non è stato il politico a richiedere la seconda misurazione, come inizialmente pensato, ma gli agenti di polizia. L'ordine di un secondo test è stato deciso dalle tre persone ora sotto inchiesta per abuso di autorità e favoreggiamento: l’ufficiale di picchetto, un quadro della gendarmeria e un capogruppo.
I dati del gps hanno confermato che i due agenti sono tornati a Camorino a recuperare un secondo macchinario per poi tornare ad Airolo senza nessuna deviazione, in 35 minuti circa.
Il secondo test, però, è stato effettuato qualche minuto dopo le due ore previste. Per legge, passato questo intervallo di tempo, bisogna procedere con l'esame del sangue. Cinque minuti che però vengono spiegati con il margine di errore legato all'ora esatta dell'incidente e alla precisione dell'orologio dell'apparecchio. Non è la prima volta che, in casi simili, non si procede all'esame del sangue.
Secondo quanto anticipato dalla Rsi, nei confronti dell’ufficiale di picchetto si profila un decreto d’abbandono. Verrà valutata invece la situazione degli altri due indagati. La sentenza del procuratore Andrea Pagani verrà emessa nei prossimi giorni.