Il comitato invita a votare sì il 9 giugno alla modifica della legge tributaria.
LUGANO - «Un passo nella giusta direzione». A dirlo è il comitato “Per evitare aumenti di imposte a tutti”, schierato a favore della riforma fiscale (modifica della legge tributaria) al voto il 9 giugno.
Secondo i componenti, «il Ticino ha perso attrattività e oggi si trova nelle ultime posizioni delle classifiche intercantonali per quanto riguarda la tassazione del capitale previdenziale, la deduzione per le spese professionali, la tassazione di eredità e successioni per discendenti in linea non diretta e per i buoni contribuenti».
Oliviero Pesenti, presidente di AITI ha illustrato come il Ticino si posizioni tra «i cinque Cantoni meno generosi per quanto riguarda le deduzioni delle spese professionali. Per quanto riguarda il prelievo del capitale di previdenza, a partire da una certa soglia siamo addirittura il cantone più oneroso in termini di imposte, ciò che oggi spinge determinati neopensionati a spostare preventivamente il domicilio in altri cantoni. Rispetto ad altri cantoni, il Ticino è particolarmente penalizzante per chi lavora, e questo indipendentemente dalle fasce di reddito».
Per Piero Marchesi, presidente UDC, consigliere nazionale e sindaco di Tresa, «solo un sì alla riforma evita ciò che in un contesto economico contraddistinto da costi crescenti per le economie domestiche e il ceto medio avrebbe del clamoroso: un aumento generalizzato delle imposte per tutti del 3%. Con un sì alla riforma sventiamo un aumento delle imposte per tutti, in un momento particolarmente problematico». Il sindaco di Tresa ha inoltre indicato che, con il taglio dell’aliquota, «i comuni non avranno particolari problemi e, sul lungo termine, aumenterà anche il loro gettito».
Secondo Gianmaria Frapolli, portavoce della Lega dei Ticinesi, il testo in votazione «completa e rafforza la riforma per le imprese del 2019. La nostra regione può diventare interessante per chi vuol fare impresa e attraverso la modifica della legge tributaria potrà rafforzare l’effetto poiché anche imprenditori e le loro famiglie non saranno più disincentivati da una tassazione non competitiva».
«Il Ticino è un inferno fiscale anche per le eredità e le successioni tra partner consensuali, figli dei partner, affiliati e affidatari», commenta il consigliere agli Stati Fabio Regazzi, presidente dell’Unione svizzera delle arti e mestieri e imprenditore. «Queste figure, al momento di successioni o riprese di attività possono vedersi tassate con aliquote fino al 41%. Non raramente, questo porta le imprese di famiglia a rinunciare a importanti investimenti, a indebitarsi al momento della successione o a chiudere l’attività».
Dal canto suo il Presidente della Camera di Commercio Andrea Gehri ha evidenziato come questa riforma fiscale sia «quanto più di ragionevole possa esserci, anche in relazione ai buoni contribuenti nelle fasce più alte di reddito. Oggi, l’imposizione degli alti redditi in Ticino è tra le più elevate in Svizzera (21° rango), pari a quasi il doppio di quella di Zugo. Il 2% dei contribuenti facoltosi finanzia il 34% dell’imposta sulle persone fisiche rispettivamente lo 0,5% dei contribuenti il 20%. Anche una piccola variazione numerica può generare importanti conseguenze finanziarie».
In conclusione, Cristina Maderni, vicepresidente della Camera di Commercio, ha ricordato che il testo in votazione sia frutto di un compromesso tra i partiti, «ben ponderato e calibrato». Secondo la granconsigliera PLR «la riforma è indispensabile per mantenere la competitività del nostro Cantone, attrarre investimenti, promuovere l'innovazione e garantire una base fiscale solida per sostenere il benessere di tutti i cittadini, ora e in futuro».
Infine il comitato, «cui hanno aderito nel frattempo oltre 70 persone tra cui numerosi granconsiglieri, sindaci e personalità del Cantone, invita a votare sì alla modifica della legge tributaria il prossimo 9 giugno».