CANTONEIl ragazzo insicuro è salvo: può restare in Ticino

VERZASCA - Tira un sospiro il giovane ucraino che aveva tentennato di fronte all'eventualità di entrare in un appartamento nel Bellinzonese. Un indugio che sarebbe potuto costare l'addio alla Svizzera per il 18enne fuggito dalle bombe di Kharkov. Il ragazzo a dicembre aveva scritto addirittura al Consigliere di Stato Raffaele De Rosa, chiedendo di intercedere per lui. «Sono stato vittima di una traduzione errata», aveva raccontato a tio.ch. Ora è arrivata la decisione: il giovane insicuro può restare in Ticino. In particolare in un appartamento di Brione Verzasca.

Paure da tradurre – Prima di Natale il ragazzo si era recato presso lo sportello regionale per l’integrazione di Lugano. Lì era riuscito a trovare le persone giuste per potere tradurre in italiano il suo sentimento e le sue paure. In questo modo è stato possibile redigere un testo comprensibile da inviare alle autorità competenti.

Preoccupazioni e traumi – A preoccupare il giovane era soprattutto la mancanza di un riscaldamento nell'appartamento del Bellinzonese. Mentre la presenza di stufette elettriche rievocava in lui un trauma vissuto in passato. «Ma il mio non era stato un rifiuto – aveva ripetuto più volte –. Volevo solo rassicurazioni. Sapevo che per legge non avrei potuto avere una seconda scelta».

L'incognita – Perché le regole parlano chiaro: di fronte a un rifiuto dell'appartamento suggerito dalle autorità cantonali, l'ucraino avrebbe dovuto cercarsi una sistemazione da solo. In alternativa lasciare la Svizzera.

La seconda chance – Il 18enne, considerate le sue argomentazioni, ha così avuto la possibilità di visionare un secondo appartamento. Stavolta in Verzasca. Da alcune settimane si è stabilito nel villaggio del Locarnese e nonostante qualche problema legato agli spostamenti le sue condizioni psicologiche sarebbero migliorate. Il giovane, per manifestare gratitudine nei confronti del Ticino, si è da subito lanciato in attività di volontariato.