«Smartphone fuori dalla camera da letto, attenzione agli energy drink e informazione». In troppi abusano di sonniferi
LUGANO - L’insonnia è sempre più presente nelle notti dei ragazzi. La difficoltà ad addormentarsi cresce e colpisce i giovanissimi e non solo. «Basta dire che l’8% dei casi che vediamo e trattiamo - dice Mauro Manconi, responsabile del Servizio di medicina del sonno dell’EOC - sono ragazzi in età pediatrica. Molti nella fascia tra i 15 e i 18 anni».
Un allarme che risuona da tempo e che deve essere affrontato partendo «dall’educazione al buon sonno. Come si è fatto in passato con l’alimentazione, il fumo e l’attività fisica, si deve fare anche con le pratiche per un buon riposo, fattore che viene trascurato».
Anche perché le conseguenze possono essere molto gravi. «Ricordo il caso di un giovane di 16 anni che proprio non dormiva. Passava le nottate senza chiudere occhio - dice Manconi - Si era rivolto a diversi centri del sonno, invano. Alla fine si era optato per dei sedativi, senza andare in profondità e senza ottenere risultati. La somministrazione di farmaci è un altro elemento negativo spesso usato per risolvere, si pensa, il problema. E nel nostro Cantone il loro utilizzo è in crescita. Ebbene abbiamo poi scoperto che il giovane era solito bere, nel pomeriggio, tre energy drink e questo su di lui aveva effetti dirompenti».
Da qui la necessità di educare. «Si deve creare consapevolezza, come fatto in passato per altre realtà. Bisogna far capire, ad esempio, che tali bevande corrispondono a due o tre caffè buttati giù insieme. Insomma perchè non scriverlo sulle lattine? È necessario fare opera di informazione», spiega Manconi che si concentra poi anche sulla tecno insonnia, favorita dall’eccesso degli «smartphone e dei device che spingono a mantenere alta l’attenzione e a interagire con il dispositivo fino a tarda sera. Oppure a mantenere sul comodino il telefonino. Accadrà così che quando arriva un messaggio la persona sarà spinta a leggerlo, risvegliandosi. Bisogna lasciare fuori dalla camera da letto i device. La situazione è così diffusa che stanno nascendo diversi ambulatori dedicati alla tecno insonnia».
I disturbi del sonno sono ovviamente anche collegati alla vita moderna, fatta di alti livelli di tensione. «Spesso in una società in cui lo stress lavorativo è in aumento così come cresce la quantità di ore lavorate, accade poi che quando si ha del tempo libero lo si riempia con mille attività sottraendo spazio al sonno, credendo di poterne fare a meno. Ma, ovvio, non è così» spiega Manconi che racconta un episodio. «È arrivato da noi un manager che dormiva 4 ore a notte e sosteneva che per lui erano sufficienti. Peccato che poi aveva dei cedimenti durante il giorno. Capitava che durante riunioni o incontri importanti, in pubblico, si addormentasse all’improvviso. E inoltre non se ne rendeva conto. Alla fine i suoi colleghi, quasi contro la sua volontà, lo hanno portato da noi e abbiamo avviato una terapia. Abbiamo ad esempio inserito durante la giornata un sonnellino forzato dopo pranzo e lentamente la situazione si è risolta. Ci vuole educazione al buon sonno, non smetterò mai di ripeterlo», chiude Manconi.