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CANTONELa cannabis migliore è sempre made in Ticino

05.06.24 - 09:22
Pablo De Gottardi e Noè Trautmann si sono aggiudicati anche quest'anno il primo premio alla CannaSwissCup di Zurigo
CannaTrade
La cannabis migliore è sempre made in Ticino
Pablo De Gottardi e Noè Trautmann si sono aggiudicati anche quest'anno il primo premio alla CannaSwissCup di Zurigo

LOCARNO - Clima soleggiato, escursione termica ottimale, competenze e voglia di fare: sono questi i segreti che rendono la cannabis made in Ticino tra le migliori della Svizzera. A confermarlo, ancora una volta, il campionato CannaSwissCup che nel fine settimana del 24-26 maggio ha decretato vincitori Pablo De Gottardi e Noè Trautmann della Slow Farm SA di Minusio, società che produce e vende prodotti naturali di canapa.
Anche a questo giro, come già era avvenuto negli anni scorsi, si sono portati a casa il primo posto con due diverse varietà di fiore. Nella categoria Greenhouse, dedicata alle piante coltivate in serra, grazie ai sentori intensi di limone e sfumature balsamiche della “Limoncello"; e nella categoria Outdoor, dedicata alle varietà coltivate a campo aperto, con la “Candy Kush”, dalle note più dolci e zuccherine.

Decidono i consumatori - Quel che è curioso è che, in questa competizione, sono i consumatori a decretare la canapa migliore. «Una commissione di esperti valuta in una prima fase i prodotti che per loro sono i migliori», tra i diversi campioni inviati dalle aziende produttrici, dopo essere stati sottoposti a test per la presenza di THC, CBD, CBG, nicotina, pesticidi e micotossine, spiega Pablo De Gottardi a tio/20 Minuti. «Dopodiché - continua - vengono posti all’interno di una scatola, detta jurybox, acquistabile durante il CannaTrade, dai partecipanti all'evento che possono consumare e poi votare». «Per noi - confessa - questo è un aspetto importante». Coltivando infatti senza l’uso di pesticidi «significa che il cliente riesce a capire che il nostro è un prodotto di qualità».

Cannabis aromatica - Dal suo punto di vista, dei loro prodotti colpiscono «sicuramente aroma e profumo. Grazie alle condizioni pedoclimatiche ottimali e a un’adeguata escursione termica giornaliera nel periodo di fioritura (tra settembre e ottobre), le piante riescono a sviluppare degli ottimi aromi e sentori. La crescita della pianta - sottolinea - è inoltre spontanea, una caratteristica che si può apprezzare nel prodotto finale».

Si vende di tutto... - Sul mercato se ne possono trovare un po' per tutti i gusti. «Ogni varietà è diversa per aroma, gusto ed effetti», dice. Oltre alle più classiche, «abbiamo deciso di averne anche altre per poter sperimentare».

...ma non il CBD - Dal 2018 a oggi, l’azienda - nata dalla passione e dall’interesse dei due - è cresciuta portando gli ettari di produzione tra serra e campo aperto a uno e mezzo. Tante le soddisfazioni, ma in questi anni non sono mancate nemmeno le difficoltà. Una fra tutte il divieto di vendere l’olio CBD, una questione che Gottardi definisce come «Un bel vaso di Pandora». Racconta infatti che «il tutto è da ricondurre alla regolamentazione sui Novel Food secondo cui il CBD non può essere considerato un nuovo alimento a livello europeo, una legge a cui anche la Svizzera si è adeguata». Stando a questa legge, il CBD non potrebbe essere venduto poiché non esistono dati tali per cui la sua assunzione sia sicura per l’essere umano. Un ostacolo che in questi anni è stato aggirato dai produttori registrando i propri oli come cosmetici. «Lo abbiamo fatto anche noi - afferma - ma il Laboratorio Cantonale ticinese non ha accettato la nostra registrazione. Una situazione assurda se si pensa che la stessa è stata accettata dal Cantone di Zurigo». In Ticino, a ogni modo, gli oli CBD si trovano, «ma - conclude - provengono da altri cantoni».

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