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CANTONELavoratrici del sesso, le parole che non devi usare

31.05.24 - 20:02
Parlare di lavoro sessuale senza stigma è possibile. Lanciata una campagna che spiega quali termini usare quando si parla di prostituzione
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Fonte Zonaprotetta
Lavoratrici del sesso, le parole che non devi usare
Parlare di lavoro sessuale senza stigma è possibile. Lanciata una campagna che spiega quali termini usare quando si parla di prostituzione

LUGANO - Prostituta, postribolo, traffico sessuale. Sono termini comuni utilizzati nel linguaggio parlato così come da figure pubbliche e media. Eppure sono da considerarsi obsoleti, se non addirittura offensivi. A portare l'attenzione sul linguaggio utilizzato per parlare delle lavoratrici e dei lavoratori del sesso ci hanno pensato Zonaprotetta insieme a Primis, punti di riferimento in Ticino per quanto riguarda la salute sessuale e la prevenzione delle Infezioni sessualmente trasmissibili, che insieme hanno lanciato la campagna "Rispetto contro tutte le discriminazioni e pregiudizi che ancora sono presenti nella nostra società nei confronti delle persone che lavorano nei servizi erotici".

Quest'anno, infatti, la campagna vuole focalizzarsi sul linguaggio che ancora veicola messaggi discriminanti e stigmatizzanti nei confronti del lavoro sessuale. Un linguaggio che, spesso «rispecchia infatti pregiudizi profondi, utilizzando termini sensazionalistici e moralistici», sottolineano gli organizzatori della campagna. Queste genere di linguaggio, viene precisato, «non solo perpetua discriminazioni, ma influisce anche sulla percezione che la società ha nei confronti delle persone che lavorano offrendo servizi erotico a pagamento, protraendo l’immagine di soggetti moralmente discutibili, vittime o portatori di malattie».

«Le comunità də lavoratorə del sesso sono eterogenee, con un linguaggio che varia a seconda delle culture, esperienze e identità. Nel movimento globale per i diritti də lavoratorə del sesso, alcuni termini sono universalmente accettati e promuovono il rispetto dei loro diritti». Questo testo, che riassume alcune parti della guida “Let’s talk about sex work” – a terminology statement” della global network of sex work project NSWP, evidenzia alcuni di questi termini appropriati e spiega perché certe espressioni obsolete e offensive dovrebbero essere evitate.

Adottare una terminologia inclusiva e rispettosa, che rifletta i diritti umani e eviti giudizi morali, può contribuire significativamente a ridurre lo stigma e la discriminazione, combattendo la criminalizzazione e la marginalizzazione di lavoratori e lavoratrici del sesso e prevenendo cosi forme di violenza e sfruttamento.

Ecco i termini non discriminatori e rispettosi dei diritti umani, raccomandati per parlare del lavoro sessuale e delle persone che ne sono parte.

Lavoro sessuale

Termini da utilizzare: Lavoro Sessuale.

Spiegazione: Si riferisce a un'attività consensuale tra adulti che varia in forme e organizzazione, offrendo servizi sessuali in cambio di denaro o altri compensi.

Termini da evitare: Prostituzione.

Spiegazione: Termine stigmatizzante utilizzato spesso per implicare una condizione di sfruttamento o vittimizzazione, da utilizzare solo in citazioni legali o tra virgolette.

Termini da evitare: Sfruttamento sessuale (per rappresentare il lavoro sessuale).

Spiegazione: Spesso, il lavoro sessuale viene erroneamente associato a una forma di violenza contro le donne. Sostenere che tutto il lavoro sessuale sia una forma di sfruttamento sessuale aumenta solo la vulnerabilità də lavoratricə del sesso, conducendo a violazioni dei loro diritti umani e del diritto alla salute.

Termini da evitare: "Sesso come mezzo per sopravvivere" e "sesso mercenario".

Spiegazione: Queste espressioni spesso ignorano le varie ragioni di chi sceglie di offrire servizi sessuali e sono usate da chi nega la legittimità del lavoro sessuale, mettendo in discussione i diritti də lavoratorə del sesso.

Termini da evitare: Vendere il proprio corpo.

Spiegazione: Termine stigmatizzante utilizzato spesso per implicare una condizione di sfruttamento o vittimizzazione, da utilizzare solo in citazioni legali o tra virgolette. Spesso, il lavoro sessuale viene erroneamente associato a una forma di violenza contro le donne. Sostenere che tutto il lavoro sessuale sia una forma di sfruttamento sessuale aumenta solo la vulnerabilità də lavoratricə del sesso, conducendo a violazioni dei loro diritti umani e del diritto alla salute. Queste espressioni spesso ignorano le varie ragioni di chi sceglie di offrire servizi sessuali e sono usate da chi nega la legittimità del lavoro sessuale, mettendo in discussione i diritti də lavoratorə del sesso. È particolarmente offensiva e imprecisa, utilizzata da chi è ostile al lavoro sessuale e lo assimila alla schiavitù. In realtà, lə lavoratorə del sesso non vendono il proprio corpo; forniscono servizi negoziati con i loro clienti.

Lavoratorə del sesso

Termine da usare: Lə lavoratorə del sesso.
Spiegazione: Includono donne, uomini, persone transgender e individui che non aderiscono alle norme di genere tradizionali, sono adulti di età superiore ai 18 anni che offrono servizi sessuali in cambio di denaro o beni, sia regolarmente che occasionalmente.

Termini da evitare: "prostituta" e "donna prostituta".
Spiegazione: Usati da chi critica il lavoro sessuale per sminuire l'autonomia e la capacità decisionale də lavoratorə del sesso, riducendoli a meri oggetti di sfruttamento.

Termini da evitare: Vittima.
Spiegazione: Usato spesso per negare autonomia e capacità decisionale də lavoratorə del sesso, rafforzando una percezione di incapacità e passività.

Cliente

Termine da usare: Cliente
Spiegazione: Persona che acquista servizi sessuali in un contesto consensuale, senza connotazioni negative.

Termini da evitare: “il ragazzo”; “il tipo”; “colui che paga per il sesso“.
Spiegazione: Semplifica troppo e ignora la complessità delle interazioni tra lə lavoratorə del sesso e clienti, riducendo la relazione a un mero scambio unilaterale dove il cliente domina.

Industria del Sesso

Termine da usare: Industria del Sesso.
Spiegazione: Termine che riconosce il lavoro sessuale come un settore economico legittimo, sottolineando la diversità e la professionalità də lavoratorə coinvolti.

Termini da evitare: Commercio del Sesso.
Spiegazione: Spesso utilizzato per equiparare ingiustamente il lavoro sessuale alla tratta di esseri umani.

Termine da usare: Locale erotico.
Spiegazione: Sono luoghi dove lə lavoratorə del sesso incontrano i clienti e possono lavorare come dipendenti o indipendenti.

Termine da evitare: "Bordello"; "postribolo" e "casa di tolleranza".
Spiegazione: Sono considerati obsoleti e stigmatizzanti, e vengono spesso usati negativamente nei media o da chi intende sminuire la legittimità del lavoro sessuale.

Termine da usare: Empowerment economico.
Spiegazione: Aiuta lə lavoratorə del sesso a migliorare la loro situazione finanziaria e a controllare meglio le loro condizioni lavorative. Implica lo sviluppo di competenze per aumentare o integrare i loro redditi, facilitando l'accesso a servizi finanziari come conti bancari, risparmi, prestiti, credito, assicurazioni e pensioni.

Termine da evitare: "Reinserimento" e "salvataggio".
Spiegazione: Spingono lə lavoratorə del sesso a passare a lavori considerati socialmente accettabili.

Tratta di esseri umani

Termine da usare: La tratta di esseri umani.
Spiegazione: Si verifica quando persone sono reclutate, trasportate, trasferite o accolte attraverso l'uso di minacce, forza o altre forme di coercizione come rapimento, frode, inganno, abuso di potere o sfruttamento di vulnerabilità, con l'obiettivo di sfruttarle.

Termini da evitare: Il traffico sessuale.
Spiegazione: Usare traffico sessuale come sinonimo di tratta di esseri umani porta ad associare la tratta al lavoro sessuale non distinguendo chiaramente tra il lavoro sessuale consensuale dallo sfruttamento.

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