Pronto soccorso dell'EOC sempre più gettonato: ma cresce anche l'intolleranza degli utenti. Lo conferma la primaria Roberta Petrino.
BELLINZONA - Oltre 133mila. È il numero di persone che nel 2023 ha fatto capo ai servizi di pronto soccorso dell'Ente Ospedaliero Cantonale (EOC). Un dato in continua crescita che porta anche a un effetto collaterale. L'aumento dell'intolleranza da parte dell'utenza. «Si vorrebbe tutto e subito – commenta la primaria Roberta Petrino –. In alcuni casi l'utente si spazientisce parecchio. Gettando inutile pressione sul personale».
Intanto il prossimo 2 luglio entrerà in funzione il nuovo pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni di Bellinzona.
«Completamente rinnovato e finalmente tutto su un piano. Niente più ascensore per scendere di un piano dunque. Questo però non azzererà i tempi di attesa. È ovvio. La logistica permetterà di essere più efficienti rispetto al passato».
Il numero di persone che arriva ai quattro principali pronto soccorso ticinesi è in crescita costante. Ma i medici di famiglia non dovrebbero fare un po' da filtro?
«Lo fanno. Ma le necessità che arrivano dal territorio sono comunque alte. Parliamo di oltre 350'000 abitanti a cui vanno aggiunti turisti e lavoratori frontalieri».
Si dice che in troppi vadano al pronto soccorso per bazzecole. È vero?
«Sfatiamo questo falso mito. Chi arriva al pronto soccorso, di solito è perché ne ha bisogno. Tanto è vero che circa il 25% dell'utenza viene poi ricoverato».
Torniamo alla questione dell'intolleranza.
«Cresce. Siamo nell'era del "tutto e subito". E questo si nota anche tra i pazienti. Chi arriva al pronto soccorso si aspetta di essere visitato immediatamente».
Non funziona così però.
«Assolutamente no. In un primo tempo c'è il triage che definisce il grado di priorità di un utente. Chi è davvero in emergenza o in pericolo non ha attese, ve lo garantisco».
Ma la questione dell'urgenza a volte è soggettiva.
«No. Ci sono magari situazioni gravi che però non comportano un pericolo immediato di evoluzione sfavorevole o di morte. A quel punto è lecito che il paziente si trovi ad aspettare, perché magari c'è qualcun altro messo peggio».
Qual è il problema principale?
«Si confonde l'espressione pronto soccorso con immediato soccorso. I pronto soccorso dell'EOC contano complessivamente 250 collaboratori che garantiscono un servizio 7 giorni su 7, 24 ore su 24. Nessun utente viene lasciato solo. A tutti viene garantita la massima sicurezza. Solo che anche gli infermieri e gli assistenti sono esseri umani».
È arrivata l'estate. Periodo torrido per voi.
«D'estate c'è un picco di gente che arriva al pronto soccorso. Un po' perché ci si infortuna di più all'aria aperta, un po' perché le ondate di canicola causano disidratazione. In circostanze del genere aumenta anche l'intolleranza».
Come reagisce il personale?
«Tutti sono formati per non reagire agli insulti e alle provocazioni. C'è comunque empatia. Però a un certo punto ci si resta anche male. Chi è in sala d'attesa a brontolare non vede tutta la fatica che c'è dietro. A volte è davvero frustrante e avvilente quello che si sente dire».