Sindacati sul piede di guerra scrivono al Direttore del Dipartimento del territorio, Claudio Zali.
BELLINZONA - Fa discutere il progetto d'orario 2025 del trasporto pubblico proposto qualche settimana fa dal Dipartimento del territorio (Dt) del Cantone Ticino, la cui entrata in vigore è prevista per il prossimo 15 dicembre. Sì, perché se da un lato l'orario per le tratte ferroviarie è rimasto pressoché invariato, dall'altro l'offerta degli autobus ha subito notevoli modifiche. Sono infatti diverse le corse soppresse: una scelta motivata dal fatto che «a fronte del potenziamento avvenuto nel 2021 - risultano poco utilizzate, specialmente nelle fasce orarie marginali o la domenica mattina», si legge nel documento diffuso dal Dt.
Una decisione che ha particolarmente sorpreso i rappresentanti sindacali degli autisti di AutoPostale Syndicom e Transfair che oltre a esprimere la propria preoccupazione riguardo ai pesanti tagli previsti nelle prestazioni del trasporto pubblico regionale in una lettera aperta indirizzata al direttore del Dt, Claudio Zali, non condividono la soppressione di alcune tratte.
È il caso della Linea 518 (Morbio Inferiore – Balerna – Novazzano – Ligornetto – Stabio) che nel 2023 ha trasportato 56mila persone, registrando un incremento dell'utenza del 10% rispetto al 2022. Oltre a queste - spiega a tio/20 Minuti Marco Forte di Syndicom - ne saranno soppresse anche altre di importanza rilevante per il cantone. Come la linea 119 che da Faido porta a Carì (-Predelp), passando per Tengia, con diverse corse che servono per andare in ospedale. O, ancora, la linea 449 (Lamone – Manno – Bioggio Molinazzo) per cui si parla di riduzione della frequenza, passando da un bus ogni 30 minuti a uno ogni ora. Complessivamente, i sindacati hanno contato otto linee che dovrebbero essere, in un certo senso, risparmiate.
«Sappiamo - precisa il sindacalista - che avranno un impatto significativo sull’utenza, poiché sono ben frequentate e offrono servizi importanti. Portano verso le scuole o gli ospedali, ad esempio. Inoltre, negli ultimi tempi, si assiste a un crescente utilizzo del trasporto pubblico e crediamo che si debba continuare in questa direzione, quindi implementare e rafforzare il servizio e non tagliare come si propone di fare in questo caso».
La questione infatti non riguarda solo l'impatto sulla cittadinanza, bensì anche sui posti di lavoro. «Gli autisti sono preoccupati - racconta - perché potrebbero perdere il proprio lavoro. Insomma, è una situazione inaspettata, in passato non era mai successo. Di questi tempi si punta infatti a rafforzare e a potenziare il trasporto pubblico. In questo caso, invece, si sta andando in un’altra direzione».
«È una decisione che ci ha sorpreso molto», continua. Soprattutto a fronte del «credito quadriennale recentemente approvato che non prevede delle riduzioni rispetto all'anno precedente. Quindi a maggior ragione non si spiegano questi tagli così significativi».
E, infine, la richiesta: «Chiediamo di rivedere il progetto, tenendo conto delle effettive necessità dell’utenza, evitando così di sopprimere importanti posti di lavoro nella nostra regione».