La stoccata dell'atg sulla riduzione del canone: «Occhio alle insidie: dalle fake news al calo della pubblicità»
LUGANO - Il ministro delle comunicazioni Albert Rösti e la maggioranza del Consiglio federale hanno deciso: il canone radio-televisivo dovrà passare a 300 franchi. Una mossa in due tappe voluta dal governo anche per rendere meno insidiosa l’iniziativa popolare “200 franchi bastano”.
«Di insidie però - commenta l'associazione ticinese dei giornalisti (atg) - ce ne sono anche parecchie altre, e tutte ci fanno capire che nel nostro Paese occorrerebbe rafforzare e non indebolire il servizio pubblico radiotelevisivo. Basti pensare alla grande minaccia della disinformazione».
Altra insidia: il calo costante della pubblicità. «Indebolire la SSR accresce ancora più la voracità delle grandi piattaforme statunitensi – Google & Co. –, a danno anche dei media privati».
Non manca la stoccata a Cassis: «In governo c’è stata una maggioranza di almeno 4 consiglieri federali a favore di questo taglio del canone. Tutto lascia pensare che tra loro ci sia anche Ignazio Cassis, colui che “pensa e sogna in italiano”. Ebbene la RSI è l’azienda che più di ogni altra diffonde la lingua italiana in Svizzera. Farsi paladino, con orgoglio, della difesa della Svizzera italiana e poi fare esattamente il contrario, una contraddizione palese…».